Le donne tedesche sono adolescenti spesso molto belle che diventano all’improvviso signore sposate completamente piallate davanti e di dietro o al contrario ammassi di carne. I bei faccini si scarnificano o si gonfiano, i bei nasini diventano osso o invece polpa di manzo, le gambe lunghe si fanno scheletriche o mutano in prosciutti. Il perché, non è dato sapere. I tedeschi si riproducono velocemente e a distanza ravvicinata. Avere solo due figli se si è trentenni, viene considerato cattiva educazione e poco rispettoso nei confronti dello Stato. Io che ho rischiato di morire di stanchezza con il mio primo ed unico tentativo di riproduzione portato a segno, mi chiedevo come facessero queste eroine, quasi tutte lavoratrici in fabbrica o biologhe o impiegate, ad avere grappoli di creature al seguito, mantenere l’aplomb, fare attività subacquea, bere birra e fumare.Semplice. I bambini tedeschi non sono come gli altri. I bambini tedeschi sanno di essere bambini e che nessuno li guarda. Se muoiono, muoiono, meglio perciò se non si mettono nei guai. Devono solo fare i bambini, giocare con le palette, fare il bagno in silenzio senza schizzare, non chiedere da mangiare né da bere. Insomma, il bambino tedesco ha stampato a fuoco nel dna: primo, non rompere. Una volta ho visto un bambino tedesco fare una bizza incredibile. Gli altri non lo guardavano. Improvvisamente, per l’intera comunità era diventato trasparente. Cioè, invisibile, visto che trasparente lo era già. Improvvisamente, la mamma si è messa seduta vicino a lui e ha cominciato a fare giochetti con gli altri figli, poi giochetti con il papà, poi giochetti con un filo d’erba, con cui andava a stuzzicare la popò di uno scarabeo stercorario. Lui era assolutamente e vistosamente escluso. Se fai le bizze, sei out. Se fai le bizze, non sei degno di stare in una comunità che respira tutta allo stesso ritmo, che ha regole certe e leggi non scritte ma più dure dell’acciaio.Così il pargolo recalcitrante capisce di aver commesso un errore fatale, non sente più il ritmo vitale della forza eroica che scorre nelle vene del suo popolo in vacanza, e si sente soffocare. Ingoia la lingua e miracolosamente si zittisce, tornando buono buono a fare un castello di sabbia. Durata dell’intera operazione: quattro minuti netti.Non fatemi fare paragoni. Sarebbe troppo facile e scontato. Naturale che il vicino italiano, il corrispondente omonimo, Mario invece di Marius, mangi pizza e gelati in continuazione, faccia casino in acqua, litighi con gli altri ragazzini perché non sa giocare, non sa perdere, non sa vincere e rompe di continuo i coglioni strillando, oltre che ai suoi genitori, a tutta la spiaggia. E come lui anche Francesco, Matteo, Mattia, Andrea, Nicola e Deborah. Sarebbe sleale raccontare che le corrispondenti mamme italiane, sempre con le mani sui fianchi a scrutare l’orizzonte, non fanno altro che richiamare le loro creature, che gonfie di tramezzini e cocomero, si allontanano in mare sui materassini come novelli Vespucci, aggiungendo così schiamazzi a schiamazzi. Quelle tedesche, invece, raccolgono conchiglie per fare collanine hippy mentre i loro marmocchi se li sta mangiando uno squalo bianco. Via da me i luoghi comuni, torno ad osservare.I tedeschi li conosco e ogni anno li conosco meglio. Stessa spiaggia e stesso mare, proprio perché non voglio perderli, li voglio vicini nella mia settimana. Mi serve per capire.I tedeschi sanno parlare tutti inglese piuttosto bene ma non lo parlano. Siccome stanno tra loro, o comunque frequentano posti in cui sono in maggioranza, non hanno nessun motivo per usare una lingua che sia diversa dalla propria. Il direttore del centro di immersioni che frequento ha imparato cento parole italiane in cent’anni, ma non le sprecherà mai per parlare con me. Così io mi accontento dei suoi gesti, capto le sfumature, dal grigio chiaro al grigio scuro. Perché i tedeschi sono imperturbabili. A parte gli scoppi di risa. Quelli partono improvvisi ma non potrò mai sapere la causa e dunque meglio che non ci pensi. Ogni tanto, è chiaro che qualcosa di estremamente divertente si affaccia nelle loro menti. Me lo appunto sotto la voce “misteri”.I tedeschi sono superiori e lo sanno. Non si ammalano mai, e se si ammalano in vacanza lo considerano un disonore quasi da togliersi la vita per il dispiacere. E comunque durante la mia settimana non ne ho mai visto ammalarsi uno, mentre la guardia medica del posto era sempre stracolma di italiani e francesi. Me compresa, ovvio.Nello sport sono imbattibili. Non hanno paura di niente perché quelli che hanno paura semplicemente non fanno sport. Tutti gli altri sono super eroi. Perciò, quando dopo un anno in cui non metto la testa sott’acqua, spiego al boss che vorrei fare un’immersione not too deep, quello mi guarda con uno sguardo pieno di compassione che vuol dire “Povera italiana”. Allora io mi pianto l’indice in mezzo alla fronte e gli spiego che sott’acqua io ci vado con il cervello, da sempre. Perché in questo sport vince chi riporta la pelle a casa. Specie se a casa lo aspettano un figlio e un cane. Lui mi guarda beffardo e indica se stesso. In questo sport vince chi è come me, vuol dire. Come me che faccio questo lavoro da trenta anni e mi immergo ogni giorno alle profondità che nelle vostre scuole di immersione ritenete pericolose, ed eccomi qua, sono un fiore.Ineccepibile logica ariana. Ma io resto della mia idea e con il suo sguardo di compassione mi ci pulisco il posteriori della muta, sia chiaro.
Tra questi super eroi, le fanciulle sono le più accanite, specie quelle che superano il quintale. Le donne tedesche più grasse sono leggiadre e valorose walkirie. Hanno mariti belli, figli belli, e portano a spasso i propri rotoli di carne, sfoggiandoli come fossero diamanti Tiffany. Ovviamente, praticano solo sport estremi. Il mio manuale subacqueo spiega a chiare lettere che le persone obese hanno maggiore probabilità di avere un’embolia. L’azoto nel grasso si fissa meglio, e con più difficoltà ne viene liberato durante la decompressione.
Nessun problema.
Le matrone tedesche sfidano l’abisso armate della migliore tecnologia del loro paese, quella che permetterà loro di calcolare esattamente l’inutilità delle tappe di decompressione. Nessuna decompressione e nessuna embolia. Perché il tedesco è realmente un essere superiore. Non si stanca, dorme poco, è sempre riposato. Non muore sott’acqua.La sera questi bravi villeggianti ritrovano il gusto del convivio per cui sono giustamente celebrati, e trasformano i tavoli davanti al diving in succursali di birrerie monegasche. I bambini, sfamati a tempo record e in modo spartano, sono già a letto. I grandi si fanno gli affari loro. Nessun omologo italiano è mai stato invitato a questa tavola. Si sussurra che siano vegetariani. Che usino spezie particolari, miste a erbe che si trovano soltanto nella foresta Nera. Un ragioniere di Monza mi ha riferito a mezza voce che sulla bistecca sbriciolano la posidonia secca. Ma su questo punto non c’è nessuna certezza, qui scivoliamo sul mito.E dunque, ricapitolando: i tedeschi sono superuomini, convinti che gli italiani siano dei mediocri. Gli italiani provano un po’ soggezione e un po’ odio, dipende dal tempo di contatto tra le due etnie. Dopo un poco, comunque, l’italiano al tedesco neanche lo vede e semplicemente torna a farsi i fatti propri.
Tra italiani e tedeschi nessun contatto è possibile.
Era tutto quello che c’era da sapere. Il mio studio è terminato.E l’anno prossimo qui non ci torno neanche morta.Roberta Lepri