Magazine Diario personale
Era sempre stato così. Da bambina apriva l'armadio e rubava i miei vestiti, le mie sciarpe, i miei libri, prendeva tutte le mie cose. Mia sorella Giovanna non era una professionista del prestito, ma avevo deciso di coabitare con lei per avere una compagnia familiare.Quella mattina ero raggiante che una bimba con le sue scarpette nuove non poteva essere più felice. Benedetto mi aveva proposto di fare una torta per la festa di saluto, dato che aveva deciso di lasciare il suo incarico.Mi stava capitando un'occasione speciale, per la serie "Lassù qualcuno mi ama", una mia torta, pure lì, al Vaticano.Ero davvero al settimo cielo. Mi avevano cercata direttamente da Roma; non mi aveva telefonato personalmente, ma non potevo di certo perdermi in questo dettaglio.Mi avevano chiesto di preparare una torta per la giornata dell'addio, da degustare dopo la sua ultima udienza, insieme alle persone più intime, circa un centinaio.Benedetto adora lo yogurt! O.K. perfetto!So che torta preparare, che grande opportunità e quanta pubblicità, Silvia sarà costretta ad aprire tutte le porte dell'Arsenale ( posto dove tengo il mio laboratorio di torte).Tantissime persone verranno per vedere e gustare la stessa torta che ho preparato per sua Santità.La mia ricetta sarà stampata sull'agenda di Suor Germana e in appendice sui libri di Catechismo e i bambini si divertiranno a rifarla insieme alla loro nonne.Non avevo parlato con nessuno di questa grande occasione che mi si stava presentando. Era la chiara testimonianza che la vita ti chiude una porta e ti apre un portone.Per una torta così importante ci volevano ingredienti di maggior pregio: farina selezionata e uova fresche di giornata ancora calde, quelle della Signora Ciccina, che tiene le galline sotto il tavolo e le alleva come figlie.Farò una torta tutta bianca, ricoperta di yogurt: Il bianco è il colore della purezza e della creazione, giusto tema per evento e luogo."Userò yogurt greco, cremoso e profumato", avevo deciso così. Lo feci arrivare tramite un rappresentante direttamente da Atene.
Avevo preparato tutto con attenzione: non mancava nulla. Tutti i miei ingredienti erano allineati dentro al frigorifero pronti per essere assemblati. Stavo per dare vita alla creazione culinaria più importante della mia carriera. Non avevo ancora deciso come chiamarla, la torta Paradiso esiste già, pensavo...boh? deciderò più tardi. Magari mentre la preparerò mi verrà l'illuminazione. Andai in cucina e cominciai a prendere dal frigo tutto quello che mi serviva. Ad un certo punto mi accorsi che mancava qualcosa. "Dov'era finito il mio yogurt greco?"Cominciai ad agitarmi e a sentire quella strana sensazione di spilli alla testa e a urlare contro mia sorella. "Giovanna dove hai messo il mio yogurt, quello greco?" Nessuna risposta, la cercai per tutta la casa e la trovai subito, non si era neanche nascosta.Un' immagine terribile arrivò sulle pupille dilatate dei miei occhi e la vidi distesa sul suo letto con il mio yogurt greco sulle sue rughe del cazzo!Per un attimo restai paralizzata dalla realtà che infrangeva in una frazione di secondo tutti i miei sogni di grandezza. "Che emerita strega!" così trovai il nome: "Torta Emerita"."E adesso che farò? Potrei provare a recuperare lo yogurt rimasto sul viso, quello che le sue rughe e i suoi pori hanno lasciato".Non c'era tempo per procurarmi del nuovo yogurt. "E allora che fare? Perché mia sorella continua a prendere le mie cose senza chiedermele?"Non potevo lasciare che questo dettaglio influenzasse il corso degli eventi, era troppo importante; non potevo non mantenere il mio impegno, avevo un patto e dovevo rispettarlo."Pronto Benedetto perdonami, ma non potrò più fare la torta per te, mi spiace". Non potevo fare una telefonata del genere, capirete il perché."Allora che fare?" Non avevo scelta: dovevo sacrificare mia sorella.Non avevo alternativa: avrei preso due piccioni con una fava; avrei rispettato il mio impegno, sarei diventata famosa con la mia torta in Vaticano e avrei punito mia sorella per le sue sottrazioni indebite.La torta fu guardata da tutti con stupore: "Sembra vera", ripetevano tutti."Certo!" era vera. Avevo dovuto invertire l'ordine e la disposizione degli ingredienti e attaccare i capelli in un secondo momento perché il calore del forno li avrebbe bruciati. E io non volevo rovinare i suoi capelli così belli, lunghi e lucenti; in fondo si trattava di mia sorella, no?Antonella Tarantino
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