Il pavimento a quadrotte in linoleum giallo in alcuni punti è consumato dal passaggio, in altri è molto chiaro, quasi nuovo. Forse in quella posizione c’era il tavolo sul quale visionava i progetti, oppure le vetrinette con i modellini in scala delle sue auto, o semplicemente la poltrona dove riposava.
Le ampie vetrate che incorniciavano le Alpi e il Monviso, sono ora coperte da teli di spessa carta blu, fissati al telaio delle finestre con uno scotch da pacchi marrone.
Sulle pareti i ganci vuoti e le cornici nere lasciata dai quadri appesi fanno disordine.
Respiro l’odore di quello che quel luogo fu: Il fulcro del Design Automobilistico Torinese. Il rumore delle idee e le accalorate discussioni volteggiano ancora impolverate nella stanza.
Immagino i personaggi illustri che varcarono la soglia di quello studio, cosi’ sabaudo ed austero . Il lusso era prerogativa della carrozzeria che avrebbe indossato il telaio dell' auto, lo stesso lusso, attenzione e cura, messa da una Coco Chanel nel realizzare un Tailleur. La discrezione e il basso profilo era la parola d'ordine per tutto il resto come imponeva ed impone ancora ora lo stile Piemontese.
In quella stanza, su quel tavolo a Torino, erano sfilati i progetti delle piu’ prestigiose carrozzerie di auto, cosi' come in un Atelier di moda a Parigi sfilavano i pezzi unici dei grandi sarti.
Auto che segnarono un’epoca .
Forme dal tratto umano nate dalla punta di una grafite collegata al cervello , non dal click di un mouse senza fili collegato in wi -fi al pc.
Sapevano disegnare e immaginare i suoi "Car Designer", ragazzi che un giorno sarebbero diventati famosi come Marcello Gandini e Giorgetto Giugiaro, idee trasformate in sinuose forme di carrozzeria che segnarono stilisticamente le diverse epoche in cui vennero prodotte, piu’ di quanto non fece l’Architettura nello stesso periodo .
La Mustang, la Countach, la Miura ma anche carrozzerie alla portata di tutti: la Fiat 500 Topolino, la Simca Coupe’ 1200 S, la 850 Spider, la X1/9, la Ritmo Cabriolet.
anna wood