Tema: Zucchero filato

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Sez. Aspettando l'Apocalisse
Svolgimento
A guardare il cielo viene da sorridere questa mattina che di più azzurro c'è solo a primavera, e ha nuvoloni belli e bianchi che se ci metti un bastoncino sono zucchero filato

E a Mattia lo zucchero filato piace tanto tanto, anche se la nonna glielo dice sempre che poi gli cadono i dentini. La mamma lo imbacucca tutto e lui guarda la finestra e immagina già la stecca di zucchero filato e le sue dita appiccicose e impiastricciate. Ultimi giorni di scuola e poi le vacanze di Natale! Non vede l’ora che finisca la giornata, che nonno Marco a sera lo porterà alle giostre e finalmente avrà il suo amato zucchero filato. Sorride sornione con le guance rosse di letto e si lascia coprire di sciarpa, guanti e cappuccio, almeno zittisce la mamma. Con un bacio grosso sulla guancia la zittisce, che parla velocissima e Mattia vuole tornarsene a letto, altro che scuola! «brrrrrr» gli si torcono le guance e il suo viso è una smorfia da mangiarselo con le patate quando dice di aver freddo, e a ridere la madre innamorata di quel figlio, si sente l'unica donna ad averne mai avuto uno. I finestrini si appannano così veloci che Mattia scoppia a ridere, non si vede proprio niente niente ed è bello rimanere al calduccio accovacciato sul sedile. Da dentro non si vede proprio la lunga scia di auto che fanno da tappeto nelle vie del centro «Col Natale alle porte la gente diventa pazza, neanche fosse l'ultimo Natale! Mattia, tu lo sai che la mamma ti vuole tanto bene?» «Sì». Conosceva oramai quel gioco e, senza troppa soddisfazione, rispondeva meccanico alla madre «E tu quanto vuoi bene alla mamma?» «Quanto il mave» con quella erre moscia di dentini da latte oramai caduti. E a canticchiare tutti e due le canzoni di Aladdin «Il mondo è tuooo» stona la madre, «Il mondo è mio» con voce bianca e acuta.


E i compagnetti, e le maestre, e i bidelli con panettoni, pandori, pasticcini e caramelle. Rumori di baci su guance, strette di mano e campane tintinnati. E salta di qua e balla con me, Babbo Natale eppure la Befana, il folletto, i pacchetti coi regali. Lo zucchero filato no. Quello non c’è e Mattia a sognarselo già tra le mani. E la campanella segna la fine di quello strazio. Di corsa in macchina con mamma verso casa, col cielo azzurro, le luci di Natale accese anche di giorno, il traffico, i clacson, negozi pieni di gente «Tanto tu e mammina tua hanno comprato già tutti i regali». Balza giù dal sedile e si lancia in braccia al nonno e affonda il viso nella barba bianca e vaporosa. Pranzo veloce e forsennato, senza forchette che volano in aria imitando improbabili aeroplanini o cucchiai che viaggiano veloci da poterli scambiare per treni intergalattici. Uno sbadiglio fa da preludio a due caldissime e ovattate ore di sonno con le note delicate di un respiro profondo e intenso, e alito che sa di latte e miele. E svegliarsi col buio di un pomeriggio invernale che puoi sconfiggere solo con una spada da pirata nella mano destra e una manciata di biscotti nella sinistra, e un pezzetto di cioccolato, solo un pezzetto «che poi cadono i dentini e ti fa male il pancino». E di nuovo a imbacuccarsi da astronauta: berretto, sciarpa, guanti giubbone, stivali mentre nonno Marco lo aspetta all’uscio. Luci, grida, musiche, clown, palloncini, caramelle, giocattoli, mele caramellate, marionette, bambini, guinzagli, cani, pesci rossi, tartarughe, streghe, mostri, pirati, principesse, cavalli, canarini, pappagalli. Un mondo tutto colorato che non sazia mai gli occhi, ingordo Mattia guardando famelico ogni cosa stregato ora da un colore ora da un suono. E via a fare il cow boy sul cavallo giostra che gira intorno, e vai a fare il mozzo in una nave pirata, e di corsa l’archeologo tra resti di dinosauri. Urla, botti, risate e la bellezza di un cielo bucato di stelle. Mattia guarda il nonno, è il momento di chiederlo: «Nonno, nonno! Mi avevi pvomesso lo zu

VB


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