Le quote rosa finiscono nell’occhio del ciclone anche al Senato. Dopo un rinvio di un’ora dell’Aula per permettere ai capigruppo di maggioranza di confrontarsi sul tema, infatti, parte la discussione generale del disegno di legge sull’equilibrio di genere alle elezioni del Parlamento europeo, di iniziativa del Partito democratico. Ma è proprio sulla parità di genere, oltre che sulle soglie, che manca l’accordo nella maggioranza.
A mettersi di traverso è il Nuovo centrodestra, che non partecipa ai lavori della mattina sul disegno di legge sulla custodia cautelare, facendo mancare per ben 4 volte il numero legale, per protestare contro la decisione della riunione capigruppo di anticipare la discussione sulla legge europea. Non si possono cambiare le regole in corsa, afferma il capogruppo Sacconi, ricordando che le prossime europee si svolgeranno il 25 maggio e che molti partiti hanno già raccolto le firme per le candidature e messo a punto le liste. Per questo, la proposta di Sacconi è di riprendere l’esame del testo dopo il 25 maggio, o applicare le nuove norme solo alle consultazioni successive.
L’accordo tra i partiti non sembra dunque a portata di mano, anche se la relatrice Doris Lo Moro, Pd, si dice ottimista. Quanto alle soglie, nessuna preclusione sull’ipotesi di abbassamento rispetto all’attuale 4 per cento per il Movimento 5 stelle. Scelta civica presenta invece una serie di emendamenti che prevedono in prima battuta l’eliminazione dello sbarramento e, in subordine, chiedono di abbassarlo al 2 o al 3 per cento.
MC