Magazine Diario personale

Tempi moderni 2.0

Da Pendolo0

E’ venerdì mattina, la stanchezza inizia a farsi sentire, arrivo alla stazione all’ultimo minuto, quando il treno sta già avvicinandosi lungo il binario due. Di solito scelgo uno dei vagoni di testa, quelli più lontani e meno affollati, ma stamani non ho tempo e salgo su uno centrale, affollato dagli studenti delle superiori. Riesco comunque a trovare un posto, mi siedo vicino al finestrino e inizio a leggere

“… Essa era alta e snella per i quindici anni appena compiuti . Aveva il volto pallido, soffuso di quella patina dell’adolescenza che è come un pulviscolo d’oro e di luna cosparso sulle sembianze, impossibile a dirsi...”

Sollevo lo sguardo dal libro, sui dedili di fronte siedono due studentesse dei primi anni delle superiori.  Quella davanti a me biascica come un cammello una gomma da masticare, digitando freneticamente qualcosa sul suo telefonino. Ha gli occhi incorniciati da un trucco pesante sui toni del nero, una maglia lunga, leggins neri su pesanti anfibi. I capelli hanno un taglio dalla geometria ben definita, asimmetrico, e sono perfettamente lisci. Un brillantino spunta dalla narice sinistra. Riprendo a leggere.

“…Gli occhi grigi acciaio infossati nelle orbite, davano al suo sguardo un che di infantile dispetto…”

 

La ragazza, con lo sguardo fisso sul telefonino, gonfia un palloncino di gomma da masticare e lo fa esplodere rumorosamente.

“…Il naso delicatissimo, come ambrato, sulle labbra che erano naturalmente rosse e scoprivano i denti piccoli e fitti. Una scialbatura di efelidi agli zigomi trascolorava sull’avorio vivo della pelle. Era bella e innocente, vergine in ogni atteggiamento, in ogni espressione…“

Dietro il mio seggiolino, tre o quattro ragazzi parlano e ridono sguaiatamente.

“…Tutte le sue parole, anche le più consumate e proverbiali, acquistavano un sapore di schiettezza, tanto si avvertiva la persuasione che le ispirava…”

La mia lettura si interrompe bruscamente, un rumore improvviso mi fa trasalire, è stato uno dei ragazzi dietro di me, che ha emesso un sonoro rutto. Non ho mai sentito una cosa del genere, non riesco a capire come un fisico  esile e acerbo come quello del quindicenne, autore della prodezza, riesca a generare una simile potenza sonora. Gli amici si complimentano con lui, ridendo e bestemmiando in modo raccapricciante.

Chiudo il libro, lo rimetto in borsa, per oggi mi è passata la voglia di leggere.  Forse bisogna che cambi genere…

Tempi moderni 2.0

 



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