Sebbene presentato come un thriller noir a mio avviso l’opera è decisamente più complessa e articolata rispetto a un classico thriller, fantasia e realtà si intrecciano tra la noiosa esistenza di uno scrittore, a tratti apatico altri geniale, e le vicende incredibili di molti personaggi, vicende capaci di far vacillare la coerenza riuscendo a rendere il testo insolito e interessante. Non manca il serial killer, psicopatico al punto giusto, ma sono gli stereotipi e le denunce al perbenismo tramontato da tempo, anche se sempre in grado di farci scandalizzare, a scandire il ritmo della narrazione.
Tempi terribili è un incubo scritto in maniera egregia, godibile, volutamente frammentato, come un incubo serio dovrebbe essere, a tratti confuso, capace di creare nuove storie e trame dai pensieri inconsistenti dei suoi personaggi.
“Mi ritrovai sul pianeta terra, qualunque cosa significasse. Mi feci domande sulla realtà. Forse tutto ciò che mi circondava non era autentico. Di sicuro stava accadendo qualcosa di orribile. E vi ero finito dentro. Era colpa dei tempi terribili.”
Protagonista indiscussa dell’opera l’immaginazione, immaginazione del protagonista, lo scrittore frustato bi-sex, in procinto di cadere vittima delle sue fantasie, immaginazione dei molti personaggi, più o meno surreali, dall’amica, all’editore fino a sconfinare in incredibili lucertole, e poliziotti dai desideri nazisti, e infine l’immaginazione del lettore, non immune alla complessa narrazione.
“L’immaginazione… è l’immaginazione la causa. Non riesce più a tenerla sotto controllo. Sta prendendo il sopravvento”.
“Inizio affermando che le leggi non sempre sono giuste. Mi riferisco alle leggi umane che, in quanto tali, sono imperfette. E l’imperfezione non deve necessariamente essere rispettata. Le leggi degli uomini vanno interpretate, adattate e manipolate, a seconda dei contesti e delle situazioni. ”
Impossibile riassumere la complessa trama, ma suggerisco di fare molta attenzione a un personaggio a tratti secondario, una voce prima sussurrata che nel tempo si insinua come io narrante , forse l’unica in grado di capirci qualcosa, forse l’unica capace di salvare lo scrittore.
Titolo: Tempi Terribili
Autore: Sergio L. Duma
Anno: 2012
Editore: Libro Aperto Edizioni
Collana: E. A. Poe
Genere: Thriller/noir
Pagine: 340
Prezzo: 15.00
La lettura di Tempi Terribili, Sergio Luigi Duma, Libro Aperto Edizioni, mi ha catapultata in un mondo insolito, capace di ricordarmi gli incubi di Dylan Dog (è un complimento), nel romanzo le parole sostituiscono le immagini e l’autore riesce a cullare il lettore tra una narrazione surreale e un rumore bianco assordante.
Sebbene presentato come un thriller noir a mio avviso l’opera è decisamente più complessa e articolata rispetto a un classico thriller, fantasia e realtà si intrecciano tra la noiosa esistenza di uno scrittore, a tratti apatico altri geniale, e le vicende incredibili di molti personaggi, vicende capaci di far vacillare la coerenza riuscendo a rendere il testo insolito e interessante.
Non manca il serial killer, psicopatico al punto giusto, che si fa chiamare Gesù Cristo, ma sono gli stereotipi e le denunce al perbenismo tramontato da tempo, anche se sempre in grado di farci scandalizzare, a scandire il ritmo della narrazione.
Tempi terribili è un incubo scritto in maniera egregia, godibile, volutamente frammentato, come un incubo serio dovrebbe essere, a tratti confuso, capace di creare nuove storie e trame dai pensieri inconsistenti dei suoi personaggi.
“Mi ritrovai sul pianeta terra, qualunque cosa significasse. Mi feci domande sulla realtà. Forse tutto ciò che mi circondava non era autentico. Di sicuro stava accadendo qualcosa di orribile. E vi ero finito dentro. Era colpa dei tempi terribili.”
Protagonista indiscussa dell’opera l’immaginazione, immaginazione del protagonista, lo scrittore frustato bi-sex, in procinto di cadere vittima delle sue fantasie, immaginazione dei molti personaggi, più o meno surreali, dall’amica, all’editore fino a sconfinare in incredibili lucertole, e poliziotti dai desideri nazisti, e infine l’immaginazione del lettore, non immune alla complessa narrazione.
«L’immaginazione… è l’immaginazione la causa. Non riesce più a tenerla sotto controllo. Sta prendendo il sopravvento»
“Inizio affermando che le leggi non sempre sono giuste. Mi riferisco alle leggi umane che, in quanto tali, sono imperfette. E l’imperfezione non deve necessariamente essere rispettata. Le leggi degli uomini vanno interpretate, adattate e manipolate, a seconda dei contesti e delle situazioni. ”
Impossibile riassumere la complessa trama, ma suggerisco di fare molta attenzione a un personaggio a tratti secondario, una voce prima sussurrata che nel tempo si insinua come io narrante , forse l’unica in grado di capirci qualcosa, forse l’unica capace di salvare lo scrittore.