Una notizia Ansa dello scorso 26 aprile ha posto l’attenzione sul Tempio di Serapide, l’antico mercato romano di Pozzuoli al cui interno fu ritrovata una statua del dio Serapide, trasformato in una palude melmosa dove sono apparse anche le rane. È l’ennesima denuncia sulla situazione del degrado del monumento, che da sempre combatte contro il fastidioso fenomeno del bradisismo, proprio di tutta l’area Flegrea.
Per bradisismo, ovvero “lento sisma”, si intende un lento movimento verticale del suolo che si verifica all’interno di una vasta area. A questo fenomeno ciclico possono associarsi fenomeni sismici anche di discreta intensità. Il bradisismo è “ascendente” quando la pressione del magma sito nella crosta terrestre a pochi km di profondità spinge verso l’alto, e “discendente” quando essa tende a diminuire.
Il bradisismo discendente è in genere più lento, rispetto a quello ascendente. Nelle fasi più intense del bradisismo il suolo può salire anche di diversi cm al mese, e il punto dove ciò avviene con maggiore intensità è proprio la zona del porto di Pozzuoli.
La nuova crisi di questi giorni, è causata dal blocco delle pompe idrovore, e quindi un’enorme palude ha preso il posto di quello che è considerato uno dei monumenti più significativi e facilmente visitabili del periodo in cui la colonia romana Pozzuoli, e tutti i Campi Flegrei, esercitavano una ricca e florida attività commerciale e portuale.
Il complesso è in realtà un mercato pubblico, ovvero, Macellum, costruito in epoca flavia tra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.c, nel quartiere che gli antichi chiamavano Emporium, ritirato sulla costa a nord del promontorio dell’acropoli.
Ristrutturato in epoca severiana, agli inizi del III° secolo, il complesso, con l’ingresso verso il mare, si sviluppa su una superficie piuttosto vasta, 75 metri di lunghezza per 58 metri di larghezza, circondata da portico con colonne di granito o di cipollino, sul quale si aprivano numerose botteghe adibite, probabilmente, alla vendita di carne e pesce.
Il complesso è rivestito e decorato con fregi e bassorilievi. Sulle colonne è possibile vedere tracce di molluschi. Infatti, proprio a causa del fenomeno del bradisismo, per un certo periodo, il Macellum si è venuto a trovare sotto al livello del mare.
La parte centrale del cortile è occupata da una grande tholos, cioè un’edicola a pianta circolare, chiusa da un’esedra preceduta da 4 colossali colonne, delle quali tre sono ancora in piedi.
Per preservare un monumento di inestimabile valore, simbolo della città, nei giorni scorsi il comune di Pozzuoli ha sottoscritto un’intesa con la Sovraintendenza. Ci auspichiamo che si riesca ad intervenire nel più breve tempo possibile, al fine di sanare la costruzione.
Per quanto possiamo avere in simpatia le rane, nessuno ce ne voglia, se auguriamo a questi simpatici anfibi di trovare abitazione altrove. Convivere con secoli di storia sarebbe davvero un privilegio eccessivo.
Written by Cristina Biolcati