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Templari in Salento: storia, ricerca e ricaduta turistica sul territorio

Creato il 19 settembre 2011 da Cultura Salentina

di Salvatore Fiori

 

Dopo la pubblicazione del mio libro dal titolo “I Templari in terra d’Otranto” (Lecce, 2010), nel territorio leccese si è scatenato un vivo interesse per l’argomento, cosa per me imprevista ed inaspettata, anche perché  il tema, sia pur di “moda” a livello nazionale,  è solo riferito a grandi eventi mediatici (la  Sindone, i grandi processi del 1307-1312, Voyager, ecc.) o a diffusi  miti popolareschi (il tesoro dei Templari, la chiesa di Collemaggio, le conoscenze occulte, ecc.). 

Uno schietto interesse è scaturito innanzitutto da chi abita nei luoghi citati nel testo e poi da chi, in modo associativo (vedi l’associazione ARCADIA) o privatamente, ha da sempre provato ammirazione o curiosità per l’ordine rossocrociato. Ci sono state anche reazioni di scetticismo se non di dichiarato sarcasmo, soprattutto da parte del mondo accademico del capoluogo che, a quanto pare, non ritiene “culturalmente alto” l’argomento “Templari”.  La scoperta inedita dei siti templari, soprattutto di quelli periferici, ovvero quelli del contado di Lecce, ha invece attivato una catena di contatti con appassionati e giovani laureati in storia o in archeologia  i quali con sano entusiasmo, ben diversamente dai loro cupi professori, hanno contribuito senza pregiudizi e preconcetti a porre le basi di una entusiasmante stagione di grandi scoperte e novità che, a parere dello scrivente, avranno eco  e ripercussioni anche più vaste dell’area salentina e non solo nel mondo della ricerca templaristica ma anche con un auspicabile ritorno  sul turismo di qualità,  appena agli albori nel vasto territorio salentino.

Molte persone che mi hanno avvicinato hanno avuto motivo di orgoglio campanilistico con un palese obiettivo di creare attrazione turistica, tutta da inventare o da integrare nelle attività estive delle pro-loco, ma molte altre più lungimiranti e preparate, vi hanno trovato stimolo ulteriore di ricerca storica e scientifica, soprattutto perché la tematica è originale e vergine per il Salento, ancora da pianificare con specifiche competenze e della quale si appena sollevato il coperchio.

Per fare un esempio, in quest’ultimo anno ho concentrato le ricerche specifiche sui siti templari leccesi cominciando dal tenimento di Tursano, identificato nei pressi di Cannole; ebbene, grazie all’indispensabile collaborazione dell’archeologo Cristiano Villani, abitante in quel borgo si è potuto individuare l’antico casale, tramite l’analisi toponomastica antica, l’accurata indagine visiva sul territorio e la raccolta di reperti di superficie. Il luogo èriemerso dopo quasi settecento anni di oblio – posteriormente al 1373 non è mai più citato sulle carte, i documenti e gli atti – accertandone, con prove evidenti, la presenza dei Templari in quel loro sito importantissimo sia per la produzione agricola sia per il controllo del territorio.

Ora il giovane dottor Villani, oltre a mettersi a disposizione, con altri specialisti volontari, al fine di affrontare alcuni indispensabili e specifici scavi archeologici nonché l’elaborazione di un progetto per il recupero degli edifici antichi da conservare, organizza anche cose più prosaiche ma geniali quali vari percorsi guidati di Trekking a tema che toccano i noti luoghi preistorici della zona o i recenti siti templari. Questo è solo l’inizio delle tante iniziative possibili e conseguenti volte alla fruizione intelligente e colta del territorio.

Auspico di incontrare al più presto persone preparate e seriamente intenzionate con le quali formare un gruppo di coordinamento a livello provinciale per lo studio degli altri 14 siti templari identificati e mi auguro di trovare ricercatori (archeologi o storici, ecc.)  locali residenti nei vari luoghi ove è accertata la presenza  templare, con  i quali, grazie alla conoscenza profonda del loro territorio, ripetere la straordinaria esperienza appena iniziata a Cannole.


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