Qualche giorno fa mi sono incamminata su per il bosco per osservare un po’ l’autunno e i suoi colori, per raccogliere foglie e ghiande, e mi sono imbattuta in un riccio di castagna, poi in un altro, fino a che non mi sono riempita le tasche di quegli splendidi gioielli lucidi e lisci e buoni da mangiare (spero).
È buffo come la maggior parte di noi conosca molti alimenti sono nella loro forma ripulita e spesso sbiancata (come le noci che, quando cadono dall’albero sono ricoperte dal mallo, e sono sempre molto sporche di nero una volta raccolte, ma nei banchi dei supermercati arrivano belle pulite e di un gradevole colore beije), mentre è affascinante osservare tutti i cicli delle piante fino al risultato finale di cui ci alimentiamo, per esempio le castagne, che spesso compriamo in sacchetti o collane, e che non cadono mica da sole dagli aberi per lasciarsi trovare e raccogliere sui sentieri con facilità. L’intero riccio cade in terra e spesso bisogna aprirlo a mano, preferibilmente con i guanti, per scovare una, o anche due o tre belle castagne grasse e perfette custodite nel loro guscio spinoso.
Per me incamminarmi nei boschi e scovare semi e frutti di stagione inaspettati ha un qualcosa di magico. Aguzzare la vista, rovistare fra le foglie umide di nebbia, trovare dei veri e propri tesori mi fa sentire parte della natura, come uno scoiattolo o un topino che fa scorte per l’inverno. Ma una cosa che invidio degli animali è che sanno riconoscere un frutto o un seme sano, senza avere le sorprese che spesso capitano a noi umani, quando apriamo un guscio e troviamo un bel vermone che si sta pappando il nostro gustoso spuntino.
Parlando poi con i vicini, mi sono fatta dire dove posso trovarne altre senza allontanarmi troppo da casa o rischiare di cadere in un dirupo di rovi, così se il mio raccolto sarà abbondante, dovrò anche trovare un metodo per conservare le preziose castagne per l’inverno, in modo da non sprecarle e poterle mangiare per tutta la stagione.
Già con le nocciole a settembre e le noci ad agosto avevo provato lo stesso gusto, e mi sento talmente bene quando sguscio, tosto e gusto qualcosa che ho raccolto io, che mi piacerebbe conoscere tutte le piante commestibili d’Italia e vivere solo di raccolto colto e incolto.
Insomma, il profumo delle caldarroste aggiungerà ai miei ricordi una bella gamma di emozioni, questa volta.
Pare inoltre che la castagna sia molto ricca di sostanze amidacee, e quindi nutriente ed energetica, ma non solo: possiede anche una grande percentuale di sali minerali quali: potassio che funge da antisettico e rinforza muscoli e ghiandole; fosforo (calcificante), essenziale per la formazione della cellula nervosa; zolfo, antisettico, disinfettante, particolarmente importante per la robustezza delle ossa; sodio, utile alla digestione ed essenziale per l’assimilazione dei cibi; magnesio, vero e proprio equilibratore dell’umore rigeneratore del sistema nervoso; calcio, essenziale per la formazione delle ossa, del sangue e dei nervi; cloro, importante per la salute dei denti e dei tendini e infine il ferro per una buona circolazione del sangue. (Da Benessere.com)
A leggere tutte queste sostanze presenti nella castagna, mi vien da pensare che questa possa essere utile anche nel mio orto, in quanto le piante necessitano della maggior parte degli elementi sopra citati. Alcune delle castagne che ho raccolto sono già abitate, perciò invece che mangiarle le getterò nella compostiera e vedrò se questo porterà benefici anche al terreno una volta nutrito.