Si avvicina il Primavera Sound di Barcellona, gli orari dei concerti sono stati comunicati, dunque è tempo di pianificare e compiere le “scelte dolorose” legate alle sovrapposizioni. È un po’ il rovescio della medaglia di un festival con tante band di qualità. Il Primavera, in ogni caso, è riuscito a superarsi ancora, assemblando una programmazione tra le migliori, finora, di questo 2014. Come l’anno scorso, The New Noise seguirà l’evento: qui di seguito quelli che saranno i probabili percorsi tra i vari palchi. Una piccola menzione meritano l’apertura e la chiusura del festival (mercoledì e domenica), che tra vari scenari daranno la possibilità di vedere anche gruppi che non si esibiranno durante i tre giorni principali, come per esempio Temples, Holy Ghost! e in particolare i Brian Jonestown Massacre.
Il giovedì inizia con i Föllakzoid, che suscitano parecchia curiosità: sarà interessante vedere se la band cilena riesce ad avere on stage le stesse sonorità presenti su disco. Il fatto di arrivare da un’etichetta come la Sacred Bones costituisce intanto un bel biglietto da visita. Dopo occorrerà farsi una bella camminata per raggiungere uno dei due palchi principali, l’Heineken, dove suoneranno i Real Estate: la band americana vince a mani basse la partita, le sue melodie sembrano l’ideale per il tardo pomeriggio. La fascia oraria successiva lascia invece parecchie incertezze, con un mezzo ballottaggio tra Pond e Girl Band, entrambi nomi di assoluto interesse. I Pond si presentano come un “quasi side project” dei Tame Impala, mentre i Girl Band si stanno facendo largo negli ultimi mesi a colpi di singoli marchiati da un post-punk urticante. La vicinanza tra i palchi Vice e Pitchfork dovrebbe però consentire di alternare un po’ le due esibizioni. Di seguito, ecco una tripla possibilità: Warpaint, Majical Cloudz e Cavemen. La scelta cade sui Cavemen, in prima battuta, autori di un indie-rock con forti influenze new wave, davvero interessante. Ma non è da escludere qualche minuto anche del live dei Majical Cloudz, che potrebbe trasportarci nel mezzo di atmosfere nettamente più soffuse. St. Vincent vs Neutral Milk Hotel: qui non c’è storia, vince la prima per la qualità di tutti i suoi dischi, incluso l’ultimo omonimo di quest’anno. Sicuramente quello dei Neutral Milk Hotel è uno degli appuntamenti più attesi di questo Primavera Sound 2014, ma un festival, come detto, è fatto di scelte. Dopo la scena sarà rubata dai Queens Of The Stone Age sull’Heineken e poi dall’esibizione degli Arcade Fire sul palco Sony. Entrambi gli act non s’incrociano con band irrinunciabili e i loro si prospettano proprio come due grandi set. Se alla fine il fisico regge, vale la pena fare una corsa verso il Vice Stage per gli ultimi minuti dei Touché Amoré, che si preannunciano di sicuro impatto. L’ultimo vero “gioco della torre” della serata sarà quello tra Disclosure e Moderat. Per orario (saranno le due e mezza di mattina) e altri fattori sono preferibili i primi: già nell’edizione del 2013 i due fratelli Lawrence avevano infiammato il pubblico del Primavera e dunque è lecito attendersi ancora di meglio a fine maggio.
Venerdì si presenta meno “sanguinario” quanto ad accavallamenti. Poche rinunce che, quando ci sono, rimangono comunque motivate con convinzione. In una giornata catalizzata dall’attesissima reunion degli Slowdive, che sono da seguire dall’inizio alla fine, spicca la presenza pure dei Pixies, all’ennesima réentrée, in contemporanea con i War On Drugs. Insomma… diciamocelo: i Pixies sono già al terzo tour dopo la prima volta nel 2006 e all’epoca era di sicuro un evento, ora la faccenda inizia a essere un po’ ripetitiva. Con i War On Drugs, invece, si va incontro a una band di cui si dicono belle cose per quanto riguarda la resa live e che ha pubblicato quest’anno un gran bel disco. Altro bivio è quello tra Slint e The Growlers, con i secondi in vantaggio, dato che costituiscono una vera e propria chicca di questo festival con il loro misto di garage e psichedelia pop. Factory Floor e Jagwar Ma è al contrario una di quelle sovrapposizioni che fanno invocare i santi. Sono entrambe band di fascino e con due ottimi dischi, ballabili (quindi adattissimi alle tre del mattino)… davvero un nodo da sciogliere all’ultimo secondo. Gli altri clou della giornata sono costituiti da Loop, Speedy Ortiz e !!!. Questi ultimi sono la band “da festival” per antonomasia: impossibile rimanere fermi a un loro concerto.
Sabato ha un avvio tutto sommato tranquillo. C’è curiosità per La Sera, Islands e Hospitality. Imperdibile il concerto dei redivivi Television, che suoneranno per intero il loro seminale Marquee Moon. Al loro farà seguito un altro momento topico: l’esibizione dei Godspeed You! Black Emperor, una band di culto che raramente intraprende lunghissimi tour. È dunque un’occasione imperdibile per vederli dal vivo. Più complessa la situazione man mano che ci si avvicina a orari notturni. I Nine Inch Nails per vari motivi sono imperdibili, pur essendo in contemporanea con i Mogwai, che però vanno in giro molto più di frequente e a prezzi più abbordabili. Dover rinunciare ai Black Lips fa sempre male, ma sono un’assidua presenza al Primavera Sound (e anche in Italia), e perciò la scelta cade sulla doppietta formata dai Foals, sempre più perfetti quando salgono su un palco, e i Cut Copy con il loro electro pop. Più o meno nelle stesse ore altrove suoneranno Cloud Nothings, Ty Segall e Chromeo, che però sono recuperabili durante la festa di chiusura la sera dopo all’Apolo. Un peccato dover rinunciare a Cold Cave e al duo spagnolo Za!, ma - e con questa sono tre - un ottimo festival è fatto anche e soprattutto di scelte.