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tempo di viaggi, tre libri sul tema!!

Creato il 25 luglio 2012 da Atlantidelibri

Marco Catucci, Viaggi improbabili e dimenticati dell’Ottocento italiano, Robin

 

Mai più stampati dalla prima metà dell’Ottocento, i viaggi nell’Italia della Restaurazione raccolti in questo volume sono opere assai diverse nella declinazione del loro stile, ma unite dalla fedeltà a una comune matrice settecentesca, tre frutti non indegni di quello stesso humour che ebbe come insuperati modelli il Candide di Voltaire e il Sentimental Journey di Sterne. Viaggi improbabili e dimenticati quelli narrati da Contarini, Montani e Borsini, ma al contempo testimonianze rare e autentiche, nell’Italia del primo Ottocento, della sopravvivenza tenace, stentata e oscura, stretta tra classicismo e romanticismo, di un attardato e minoritario côté illuministico.
Due dei tre autori presentati in questo libro, il senese Lorenzo Borsini e il veneziano Francesco Contarini, sono affatto sconosciuti alla maggior parte dei repertori biografici italiani. Del terzo autore, il cremonese Giuseppe Montani, noto e apprezzato redattore dell’ Antologia di Firenze, è invece l’opera che qui si ristampa, apparsa anonima nel 1824, a costituire una vera agnizione letteraria, non risultando registrata sotto il suo nome in nessuna bibliografia.

 

Giorgio Boatti, Sulle strade del silenzio, Laterza

 

Davanti a me la scritta ‘Silenzio’. Campeggia cubitale sul bianco della parete. Silenzio? E silenzio sia.

Da Montecassino a Bose, da Camaldoli a Subiaco, dall’abbazia di Noci, nella Murgia pugliese, ai contrafforti di Serra San Bruno in Calabria, da Praglia sino alla badia del Goleto, sui crinali dell’Irpinia orientale. «Hai trovato il monastero giusto?»: la domanda che qualcuno di tanto in tanto mi pone mette in guardia dai fraintendimenti che il mio vagare per eremi e cenobi potrebbe suscitare. No, non sto cercando il monastero giusto. Vado per questa strada perché ho il sospetto che le luci nascoste che giungono da questi luoghi siano ancora capaci di offrire qualche solido orientamento. Perfino nella densa penombra calata sui giorni italiani. Busso a queste porte perché ho l’impressione che qui si impari davvero che si può cambiare il mondo, ma – impresa piuttosto complicata – a patto di cominciare a cambiare se stessi, partendo dalle cose più semplici e concrete. Ad esempio, cercando di stare nel mondo prendendone nel frattempo la giusta distanza. Governando in modo diverso faccende quotidiane e basilari come il dormire e il mangiare, il desiderare e il bisogno di riconoscimenti, il silenzio con se stessi e l’incontro con gli altri. Sembrano bazzecole, ma quelli che vi si sono cimentati seriamente dicono che la sfida sia di vertiginosa difficoltà. E, soprattutto, pare duri tutta una vita.

 

Joe Simpson, Il suono del silenzio, Corbaccio

 

Quando la mano di lei sfuggì alla sua presa, Patrick capì che niente sarebbe stato più come prima. Intrappolato in parete durante una bufera di neve, era stato costretto a combattere per la sua vita, ma aveva perso il suo amore. Da allora vive in un rifugio, cerca quella solitudine che gli consente di non distaccarsi dai suoi ricordi. Occasionalmente aiuta le guide del luogo, ma rifugge da ogni rapporto umano. Fino a quando non gli capita di ospitare una giovane alpinista in difficoltà: una bufera le impedisce di tentare la cima o di scendere a valle e i giorni di convivenza forzata incrinano quella corazza di ghiaccio che Patrick ha costruito intorno al proprio cuore. E insieme al dolore che riemerge prepotentemente, si fa strada piano piano anche un sentimento diverso, ma solo quando la montagna svelerà infine, in modo del tutto inatteso, il segreto che lo ha oppresso per anni, Patrick potrà ricominciare a sognare l’amore e la felicità.

 



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