PALERMO - Tennis, Di Liberto tra i migliori 8 in Sicilia nei tornei di IV° Categoria
Tra i migliori otto in Sicilia del Circuito Regionale di Tennis nei Tornei di IV° Categoria. Dopo la vittoria nel Master disputato negli impianti sportivi del complesso turistico “Città del Mare” di Terrasini (Pa), Lillo Di Liberto, diciottenne di Ravanusa (Ag), è il nuovo campione regionale nella categoria di riferimento.
Master inserito nel calendario della V° edizione “Festa del Tennis Siciliano” (evento che il 17 novembre scorso a Terrasini ha chiuso le manifestazioni sportive e premiato atleti e società che si sono particolarmente distinti nell’ultima stagione tennistica), e ospitato al “Circolo del Tennis”, diretto dal maestro Paolo Girella, all’interno del villaggio turistico “Città del Mare” negli impianti del centro sportivo (circuito F.i.t.). Su rettangolo di gioco pavimentato con mateco artificiale, il giovane tennista ravanusano ha trionfato battendo Salvatore Fasciana della “Polisportiva Falchetti” di Serradifalco (Cl). La sfida, la vittoria, poi la gioia accompagnata dalle lacrime sul podio nei campi incastonati in una delle scogliere tra le più suggestive del Mediterraneo, a 40 chilometri da Palermo sul golfo di Castellammare. Una ascesa costante ha permesso al giovane dell’A.s.d. “Circolo del Tennis” di Ravanusa di scalare la classifica regionale e ottenere, dopo il successo di domenica, il diritto di dimora nell’orbita dei migliori otto tennisti di IV° Categoria in Sicilia.
“Sono contento – dice il neo campione – per aver raggiunto questo successo, è stata la ciliegina sulla torta dopo una stagione faticosa che mi ha regalato però tante soddisfazioni”. Il presidente Lillo Greco e l’istruttore Oreste Dispenza dell’A.s.d.c.t. di Ravanusa, pervasi di entusiasmo, si affidano alle parole del preparatore atletico Vito Dispenza. Inizialmente non sta nella pelle e con vigore afferma: “Tanto tuonò che piovve! Dopo aver sfiorato più volte la vittoria nei vari Tornei di IV° Categoria, Di Liberto è campione regionale. Il nostro è un piccolo Circolo ma i risultati ottenuti in questi pochi anni di attività della Scuola di Tennis e dopo la vittoria del ‘nostro’ Lillo, con il suo straordinario braccio, ci ripagano dei sacrifici impiegati nel lavoro svolto. Questo traguardo – continua Vito Dispenza ma con toni più attenuati – sono sicuro stimolerà i ragazzi che si avvicinano allo sport a condividerne i valori. Per adesso ci godiamo questo straordinario risultato ma l’entusiasmo non deve farci dimenticare che il tennis, così come gli altri sport, trasmette principi utili alla formazione e alla crescita sana di ciascuno ”.
Risulta essere difficile, oggi, non riconoscere il merito di questo risultato a Lillo Greco e ai fratelli Vito e Oreste Dispenza, da sempre “gli appassionati della racchetta”, e a tutti coloro che ruotano attorno alle attività dell’associazione tennistica di Via A. Lincoln, riconoscimento attribuito al netto della retorica e dei facili elogi con cui si rischia a posteriori di raccontare gli eventi e i suoi artefici lungo la cronaca di un trionfo. Un rischio che credo, senza presunzione alcuna, di essere riuscito ad evitare occupandomi – da anni e con passione – di giornalismo, utilizzando la penna (leggasi tastiera) senza buonismi e con il “distacco” che questa attività impone, lontano da faziose sottolineature e dal decantare i protagonisti delle notizie… sportivi e no! I “pezzi” su i giornali e quelli sparsi nei siti delle redazioni web, per i quali scrivo, ritengo siano la fedele e lapalissiana testimonianza.
La vittoria “nel singolo” di Terrasini, che ha regalato a Di Liberto il titolo e impresso il suo nome prepotentemente nei registri della Federazione consegnandolo alla cronaca sportiva, rappresenta senza dubbio il lavoro di un gruppo cresciuto nel rettangolo di gioco all’interno della struttura comunale. Ad un tiro di schioppo il Monte Saraceno, abbandonato in preda alle sterpaglie, eterno spettatore solitario che osserva i tennisti sin da quando hanno allineato la prima rete e imparato bene o male ad impugnare la racchetta e poi… il dritto, il rovescio e via dicendo, e testimone silenzioso delle vittoriose stagioni, fino agli anni ’80, del “Ravanusa Calcio”. La stessa struttura tennistica comunale, secondo anticipazioni dell’Assessore allo Sport Carmelo Pitrola, presto potrebbe essere resa più ampia con la realizzazione di ulteriori rettangoli in parallelo e nuove tribune, per una spesa prevista non superiore ai 50 mila euro.
Le Comunità e le Istituzioni locali devono molto ai fautori delle associazioni sportive cittadine, a prescindere dai risultati ottenuti in ciascuna competizione. A Ravanusa sono costantemente impegnati a gestire, nelle stagioni agonistiche delle rispettive discipline, le attività di un esercito di circa 1.000 sportivi dai 7 anni in poi. Comunità ed Istituzioni di Ravanusa in debito, nella fattispecie, con gli istruttori della Scuola di Tennis e non solo con loro. Della Scuola di Calcio, la cui disciplina è notoriamente seguita dal maggior numero di aspiranti “campioni”, che impegna allievi del settore giovanile in campionati divisi per fasce di età e con la squadra maggiore che milita in 2° Categoria. Di Basket con i suoi cestisti recentemente reduci dei tornei in provincia di Messina e di Pallavolo. Dell’associazione di Atletica che negli anni ha fatto indossare pettorine a podisti ravanusani divisi tra piste e circuiti cittadini, giunti il mese scorso in quel di Venezia alla suggestiva “Maratona Internazionale”. Di Karate sport considerato di nicchia ma in grado di portare titoli importanti a Ravanusa e poi con gli organizzatori dei campionati di Moto che hanno condotto gli iscritti, in sella alla due ruote, dentro circuiti sterrati oltre lo stretto fino alla riviera adriatica. Senza dimenticare gli istruttori di Nuoto costretti, con carovane di neofiti delle vasche al seguito, a trasferte forzate nelle piscine di altri Comuni mentre questo sport a Ravanusa resta sempre in bilico tra il perenne auspicio di acquisire residenza nella struttura esistente da più di 30 anni (circondata dal silenzio della vegetazione interrotto da rumore dei tuffi durati solo il tempo di alcune stagioni e da chi ha esclamato “miracolo!”), da una parte e l’infinita attesa dei necessari interventi affinché gli organi deputati al controllo e all’affidamento possano concedere la fruizione agli utenti del trampolino, dall’altra.
In debito con tutti loro che hanno continuamente il merito di condurre e gestire lo sport a Ravanusa coinvolgendo gli adepti delle varie discipline a scontrarsi con la delusione della sconfitta e a vivere la gioia della vittoria che si traducono nella condivisione di relazioni competitive in cui misurarsi. E soprattutto nei valori che lo sport, nella sua nobile e peculiare missione, porta con sé e trasmette. In debito in una realtà cittadina carente di strutture e di alternative corrispondenti alle istanze sociali, soprattutto dei giovanissimi. In debito perché troppo spesso ci si dimentica di tutti loro…
(di Silvio D’Auria)