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Tennis,Coppa Davis: è davvero un'Italia da Serie A?

Creato il 13 febbraio 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra
  
Si è conclusa amaamente la trasferta in Repubblica Ceca della nostra nazionale per il primo turno del World Group di Coppa Davis. Il 4-1 finale è un risultato un po' bugiardo e forse immeritato per i nostri ragazzi, che soprattutto nella prima giornata hanno giocato molto bene e hanno meso in grande difficoltà i più quotati avversari. Fin dall'inizio sapevamo che fosse un'impresa vincere ad Ostrava, tra l'altro su un campo con una superficie velocissima, ma potevamo sfruttare il ruolo di assoluta sorpresa, che non aveva assolutamente da perdere nulla.
Dopo questa sconfitta al gruppo capitanato da Corrado Barazzutti non resta che ripartire dai playoff, dove la rappresentativa azzurra verrà inserita in un tabellone a 16 squadre, composto dalle selezioni perdenti al primo turno e dalle vincenti dei gruppi I  America, Asia/Sud America ed Europa/Africa. Per conoscere quale sarà  la nostra avversaria bisognerà attendere la conclusione degli  spareggi dei vari gruppi I nel weekend 6-8 Aprile, quando finalmente si potranno conoscere le teste di serie  in base al ranking Itf.
Per l'Italia, se non fosse testa di serie, ci potrebbe essere il pericolo di affrontare nazionali come Russia e Svizzera in trasferta.
Quest'ultimo fine settimana ha lasciato anche  qualche aspetto negativo e qualche perplessità in vista proprio dei playoff, che ci dirannno se possiamo stare in SerieA o no. Retrocedere immediatamente sarebbe una delusione troppo forte e difficile da digerire, ma è un'opzione che bisogna prendere in forte considerazione, vista la poca capacità di ottenere buoni risultati sulle superfici veloci dei nostri giocatori. Ormai quasi tutte le nazionali giocano su campi indoor e chiunque dovesse essere il nostro avversario difficilmente sceglierebbe un campo in terra rossa per affrontarci. In questo momento gli unici tennisti italiani capaci di ottenere buoni risultati sul veloce sono Seppi, Bolelli e Cipolla, ma ognuno di loro, per vari motivi, non ci fa credere in un futuro sereno e tranquillo. L'altoatesino ha dimostrato nel match contro Stepanek tutti i limiti mentali, che hanno costernato la sua carriera, perdendo un match al quinto set, dopo che l'inerzia dell'incontro era tutta dalla sua parte; ma ci sono stati anche alcuni errori tattici, come non scendere mai a rete per guadagnarsi un punto ed aspettare sempre di ottenre un vincente. Il bolognese è l'eterna promessa mai sbocciata del nostro tennis: un giocatore con il suo talento (guardare i primi tre set con Berdych per credere) non può assolutamente stare in una posizione di classifica oltre i 100 e non può continuare a dover fare le qualificazioni per poter partecipare ai tornei più importanti del circuito; non si capisce quale sia il problema di Bolelli, passato sotto l'occhio di un allenatore come Riccardo Piatti (ha fatto tornare Ljubicic un grande giocatore) senza ottenere il minimo progesso o vantaggio. Per Flavio Cipolla il discorso è molto semplice: il romano non ha quell'esperienza necessaria per giocare in Davis, perchè al numero 81 del mondo è sempre stato preferito qualcun' altro che dava maggiori garanzie.
Non mi sono affatto dimenticato di Starace e Fognini, ma entrambi se non si gioca sula terra rossa fanno una fatica atroce ad ottenere un buon risultato. Il ligure avrebbe anche le qualità e il gioco per far bene sul cemento, ma dovrebbe cambiare il carattere in campo del Fogna, che troppe volte accusa black out mentali importanti, che gli costano la sconfitta nel match.
In futuro potrebbero però cambiare molte cose, soprattutto con l'arrivo al vertice di Gianluigi Quinzi, la grandissima speranza del nostro tennis. Il marchigiano, classe 1996, è considerato il campione che stiamo cercando da diversi anni, il tennista capace di riportare il nostro tennis ai livelli che contano. Importante sarà non bruciare troppo presto un ragazzo con questo talento e farlo crescere in maniera efficace e gradualmente, non come è successo negli ultimi anni con alcuni dei nostri giovani più promettenti: uno su tutti Matteo Trevisan, ex numero uno al mondo tra gli Juniores e semifinalista al Roland Garros di categoria, che per alcuni problemi fisici e non solo ha fatto perdere le sue tracce, rimanendo nelle retrovie della classifica ATP.
Non ci resta quindi che aspettare l'ascesa di Quinzi e dei suoi compagni (Napolitano e Baldi per fare qualche nome) e intanto credere nei giocatori che abbiamo adesso, perchè, ora che il traguardo della SerieA è stato raggiunto dopo 11 lunghissimi anni, non va assolutamente perso, ma difeso con tutte le nostre forze, perchè l'Italia ha bisogno di una nazionale nel World Group, per non ripiombare tra le "riserve" del resto del mondo, dove proprio non ci vogliamo stare.
Andrea Ziglio

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