Si aggravano le tensioni tra Iran ed Arabia Saudita. L’uccisione dell’imam sciita da parte di Riyadh ha fatto esplodere le proteste davanti alla ambasciata Saudita a Teheran. Da lì l’escalation. Non pochi pensano che la mossa Saudita sia stata attuata proprio per avere una reazione esagerata da parte iraniana, più precisamente degli oppositori al Presidente riformista Rohani che ha varato l’accordo sul nucleare con le organizzazioni internazionali.
Chi si oppone a Rohani non vuole aperture ma vuole tenere isolato l’Iran ed in questo caso ha come maggiore alleato proprio l’Arabia Saudita. Pesano poi le divisioni religiose, gli iraniani sciiti contro i rivali sunniti sauditi. Una bella grana anche in chiave soluzione per Siria, Libia ed Irak
Per approfondire:
http://www.internazionale.it/notizie/2016/01/02/arabia-saudita-iran-al-nimr
Per capire meglio la rivalità Iran-Arabia ecco una ottima sintesi ‘storica’ di LIMES:
Oltre a rappresentare l’ultimo episodio nell’endemico conflitto arabo-persiano, l’uccisione del leader sciita Nimr al-Nimr da parte di Riyad segnala l’intrinseca debolezza dell’Arabia Saudita e il tentativo di testarel’equilibrio di potenza che gli americani cercano di imporre al Medio Oriente.
Di fatto un possedimento personale della famiglia regnante, l’Arabia Saudita si regge sul benessere garantito ai cittadini dalla rendita petrolifera e dall’ideologia wahhabita che legittima i Saud quali custodi di Mecca e Medina. Benché la maggioranza della popolazione sia sunnita, la provincia orientale di Al-Sharqiyya, la più ricca di giacimenti petroliferi, è abitata in maggioranza da sciiti e storicamente Riyad ne disinnesca le spinte autonomiste con un misto di repressione ed elargizioni finanziarie.
A livello internazionale il principale nemico del paese è l’Iran sciita che, erede della bimillenaria tradizione imperiale persiana, al pari di sauditi e turchi, vorrebbe dominare l’intero Medio Oriente e che Riyad accusa di sobillare proprio i sudditi di Al-Sharqiyya. Nel corso dei decenni Saud e persiani si sono scontrati per procura in numerosi teatri bellici – dall’Oman al Libano, dall’Iraq al Bahrein, dalla Siria allo Yemen – e dal 1979 Riyad ha sempre potuto contare in funzione anti-persiana sull’ombrello difensivo americano.
Il disimpegno statunitense dalla regione e l’apertura di Obama alla Repubblica Islamica, culminata nell’accordo sul programma nucleare di Teheran raggiunto lo scorso luglio, hanno minato le certezze di Casa Saud. Intenzionata ad estricarsi dagli a-strategici conflitti mediorientali per concentrarsi sull’Asia-Pacifico, la Casa Bianca favorisce l’instaurazione di un equilibrio tra le principali potenze levantine – Turchia, Israele, Arabia Saudita, Iran – che ora costringe Riyad ad occuparsi direttamente del proprio destino.
Il resto qui:
http://www.limesonline.com/la-debolezza-dellarabia-saudita-lo-scontro-con-liran-e-il-disimpegno-usa/88885