Dopo la confessione di Matteo Gianello su una tentata combine di Sampdoria – Napoli , c’e preoccupazione tra i tifosi azzurri per possibili penalizzazioni che potrebbero colpire la squadra partenopea. E’ giusto dire che per la giustizia sportiva non c’e’ differenza fra una tentata combine e una combine realizzata, le pene sono simili, ma bisogna capire se l’ex terzo portiere del Napoli e’ stato colui che ha tentato la combine o colui che e’ stato contattato per effettuarla. Personalmente e senza nessun prova che lo dimostri propendo per la seconda, e vi spiego anche perche’. Se Gianello si riferisce al match Sampdoria – Napoli del 2010, gli azzurri erano già matematicamente in Europa League raggiunta la domenica prima con la vittoria sull’Atalanta per due reti a zero grazie alla doppietta di Fabio Quagliarella, mentre la Doria era in piena lotta per un posto in Champions League con il Palermo e necessitava assolutamente dei tre punti. Quindi immagino che se non esistono altri motivi come “zingari” o persone varie, Gianello sia stato contattato da qualche tesserato della Samp per chiedere minor impegno in quella partita, sono solo delle ipotesi chiaramente.
Se cosi fosse il coinvolgimento del Napoli sarebbe lieve, cioè la società azzurra risponderebbe solo per responsabilità oggettiva per omissione di denuncia da parte di un suo tesserato. Molti si domanderanno che colpe ha, la società di Aurelio De Laurentiis se Matteo Gianello non denuncia una tentata combine, e anche qui la giustizia sportiva e’ chiara, il Napoli risponde per il mancato controllo sul suo tesserato, e’ una legge opinabile, ma e’ giusto dire, che se una legge esiste e’ giusto che venga rispettata.