C’era una volta una Principessa Marmocchia diversamente pannolinata. Restia a vasini, riduttori wc e derivati, usava lasciarsi andare ai suoi bisogni nei luoghi più improbabili e nei momenti meno indicati.
La Regina Madre, dopo aver scomodato un paio di Santi dal calendario, aveva optato per la tecnica di spannolinamento per gradi convogliando dapprincipio le sue energie esclusivamente indoor.
Dovendo necessariamente passare alla fase outdoor (o decidere di non abbandonare mai più le pareti domestiche) aveva ripreso a collezionare fallimenti a ritmo serrato, resistendo alla tentazione di rinunciare soltanto grazie alla sua proverbiale testardaggine (con cui peraltro faceva a gara con la figlia).
Dotata di kit di primo soccorso per i bisogni da esterno (composto da telo igienico, pannolini per le emergenze, salviettine, un chilo di mutande e un intero guardaroba di ricambio) aveva preso a trascinare la Marmocchia spatellata nelle situazioni più estreme: coda in banca, spesa all’ipermercato, cena con amiche, gita in montagna.
All’inizio la principessa Marmocchia si rifiutava sconcertata di utilizzare per le proprie regali evacuazioni i metodi non convenzionali proposti.
Ad onor del vero, e a discolpa della piccola, la Regina Madre approcciava i bisogni outdoor con un carico d’ansia da prestazione che sarebbe bastato ad inibire una colonia intera di marmocchi. D’altro canto lei, che dalla nascita della nana aveva preso a sterilizzare tutto ciò che vivente o vegetante entrava anche lontanamente in contatto con la sua piccolina, avrebbe voluto napisanizzare e amuchinizzare tutti i bagni pubblici che si vedeva costretta a frequentare. Non potendolo fare, usava tenere sospesa la Marmocchia a circa mezzo metro dalla tazza, sperando (quasi sempre invano) che l’obiettivo venisse centrato.
Nel frattempo il Re Padre, già sovrano indiscusso di Nannolandia, aveva tentato di imporre il suo dominio su quel di Spannolandia. Dopo qualche giorno di lotta dura il Re aveva saggiamente deciso di abdicare in favore della Regina che, insisti oggi e insisti domani, daje de tacco e daje de punta, aveva finalmente visto la situazione via via migliorare. Tanto che la Marmocchia aveva iniziato a prenderci gusto: ai giardinetti, all’ipermercato, in casa altrui. Ormai marcare il territorio era diventata la sua attività preferita così da guadagnarsi l’affettuoso titolo di “mutanda più veloce del reame“.
Finchè un pomeriggio, al parco con amici, si era diretta a grandi passi al centro di una piazzetta ove un gruppo di donzelle era intenta a prendere il sole. E, smutandatasi, aveva solennemente dichiarato: ” Io fazzo pipì!”.
Per anni le sue gesta sarebbero state tramandate in tutto il reame.