Magazine Africa

Teorie dei sistemi da "Teorie su equità e giustizia sociale (Franco Angeli-editore) /Note di lavoro (5)

Creato il 24 settembre 2012 da Marianna06

 

600pxworking_together_teamwork_puzzle_concept

Il prof. Giancarlo Corsi, nel suo scritto, tratta invece  di giustizia ed equità nella” teoria dei sistemi”.

Ma cosa s’intende in sociologia per “teoria dei sistemi”?

Nata, ad opera dell’epistemologo  Ludwig von Bertalanffy (Palo Alto-1954) e arricchitasi del contributo di molteplici discipline nel corso degli anni successivi(cibernetica,tecnica dei sistemi meccanici..etc.), e dando vita ex-novo al neofunzionalismo di Luhmann, poi alla teoria dell’organizzazione di Crozier e Friedberg,  nonché a quelle  dello scambio di Homans, Blau ed Emerson, prende in esame una qualsiasi realtà complessa, come appunto quella di un sistema, analizzando gli elementi che all’interno di esso interagiscono reciprocamente secondo un modello dato di circolarità.

E, per farlo, è indispensabile ricorrere al modello matematico di funzione (interdipendenza tra variabili differenti).

L’esame di un sistema, a differenza di quello che potrebbe essere, in una  precedente visione ingenua, un sistema già dato, come semmai è nell’ottica funzionalista, parte piuttosto da un processo di selezione, che è l’osservatore stesso a compiere (observer dependance). E che viene fatto in base agli interessi scientifici dell’osservatore stesso.

Ciò vuol dire che il sistema non è mai qualcosa di statico quanto piuttosto di dinamico e può presentare indifferentemente caratteristiche di evoluzione o di involuzione. Specie  poi se il sistema è “aperto” e quindi quando le relazioni di esso,che si vengono ogni volta a creare, interagiscono con l’ambiente circostante.

Le differenti variazioni dinamiche, tanto in positivo che in negativo, portano il tutto sempre ad una situazione di nuovo equilibrio.

Per Niklas Luhmann tanto il sistema che il mondo sono parte di una complessità indeterminabile, che include e sottintende illimitate possibilità.

L’ambiente è, infatti, l’insieme delle possibilità determinabili presenti in una situazione concreta, il sistema, invece,  è il prodotto che deriva dalla  selezione reale di alcune possibilità a giudizio dell’osservatore, alcune accettate, altre negate.

Il sistema sociale, pertanto, serve a mediare nella complessità del rapporto uomo-mondo. E, in questo modo,  semplifica la complessità, stabilendo una differenza tra un dentro e fuori del sistema, dandogli così un ambito di senso.

I sistemi sociali, di cui comunemente parliamo, altro non sono per Luhmann che delle isole a complessità ridotta. Ma Alessandro Pizzorno, più avanti nel tempo(anni ’70), parla piuttosto in proposito di incompletezza dei sistemi.

 La loro complessità  si differenzia in basa allo sviluppo, alla capacità di selezione, e di organizzazione strutturale dei sistemi stessi.

Questo è  il pensiero di Luhmann.

E poiché i sistemi sociali si costituiscono in base a un senso condiviso, l’analisi dei processi comunicativi  risulta essere imprescindibile all’interno della stessa ricerca sociale.

Il senso è un’indicazione selettiva di orientamento che rende accessibile agli attori (sistema-ambiente) la doppia contingenza e cioè di comunicare tra loro.

 Ma perché ciò sia possibile, nel ,necessita che le indicazioni selettive, poste a disposizione dello stesso senso, assumano una forma simbolicamente codificata.

Sono cioè i codici simbolici, quelli che Parson chiama “simbolic media of interchange”, che rendono possibile il coordinamento delle attese nelle forme specializzate, richieste da ogni sistema differenziato : l’economia, il diritto, la politica, la scienza, la vita privata e altro.

 

  a cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

9788820401078g


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog