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Tepori natalizi in una domenica d’inverno

Creato il 04 aprile 2014 da Postpopuli @PostPopuli

 

di Gianluca Bonazzi

Tepori natalizi in una domenica d’inverno

È quanto ho vissuto lo scorso 22 dicembre in quel di Serravalle, frazione di Varano Melegari, in provincia di Parma, presso la Cantina del Podere Pradarolo di Alberto e Claudia.
Fuori, il freddo umido e vagamente nebbioso degli ultimi giorni dell’anno; dentro, il caldo di un camino e dei cuori di chi ha accolto me e altri per una degustazione.
Conoscere le persone con autenticità significa rispettare il tempo: nel caso di questa coppia, vedendoli una prima volta a una Festa del Vino, poi una seconda andando a trovarli e una terza magari incontrandoli per caso da qualche parte, una quarta per un’iniziativa concordata assieme, una quinta per partecipare, qui è ancora così, al rito della vendemmia e poi, e poi… chi lo sa, amico, è solo il divenire della vita!

Tra me, il Podere Pradarolo e chi lo cura si sta intessendo una rete di sentimenti: il vino, che i suddetti creano con antico e naturale fare alchemico, li battezza, facendomi uscire ogni volta da tale luogo dell’anima più lento, più sazio, più gaio.
Soprattutto ne esce rinfrancato il mio giardino d’affezione per l’Italia di Provincia.

 

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La Val Ceno (da Wikipedia)

La Val Ceno è uno scrigno di piccoli mondi a parte e di antiche storie da conoscere. Purtroppo, però, non c’è ancora, in valle, la consapevolezza di tale ricchezza plurale, ma Alberto e Claudia ne sono degni e semplici custodi e trasmettitori. Svolgono la loro parte, secondo il principio dell’amor cortese. Non per niente, la villa e i dintorni sono di radicata origine storica e nobiliare. Si vede che l’humus è quello buono, se ha così ben impregnato terre, vini e persone.

L’emblema di tutto ciò è condensato in una parola dal significato ormai sconosciuto: podere. Entrare in relazione di sintonia con loro significa vivere il privilegio del dotarsi di un’aura che investe una persona nella sua interezza: cuore, corpo e mente. Va oltre i principi di simpatia e antipatia, per evolversi in empatia. Possiamo chiamarla esperienza, in entrata e in uscita, da e per, in e out. Quante volte capita, oggi, nella vita di una persona?

Il Podere Pradarolo è una palestra per affinare non solo il palato e le papille gustative, ma anche l’anima e le corde del sentire. Quel pomeriggio prenatalizio è stato un lungo viaggio tra aromi e sapori, liquidi e solidi, colonna sonora del gusto per continue divagazioni, secondo lo spirito del filò [il teatro di stalla, n.d.r.] di un tempo, tra persone di provenienze diverse.
Una lunga tavola imbandita di ogni ben di Dio, che si svuotava e poi si riempiva, come fosse un mistero di Natura, ha reso ognuno dei presenti un po’ banditi, per non stare al gioco di un tempo consumato velocemente, nel chiasso e tra le luci della modernità.

Alberto dice giustamente: “Perché devo vedere delle persone, se non voglio? Stare in città significa proprio questo, e a me non va. Mi piace la compagnia, ma la scelgo io!”.
Ben detto: al Podere Pradarolo non ci capiti per caso, e se ci vai è la tappa di un percorso. Le cose fatte con amore trasformano chi le crea come anche coloro a cui arrivano. Quindi non è un posto per vegetariani, per astemi, per i sicuri della vita, cioè per coloro che hanno abitudini troppo consolidate da non mettersi in discussione.

I calanchi alle spalle, multicolori, circo e sovrastanti, fanno da corona a un terreno in leggero e dolce pendio, disseminato di vigneti diversi, dove è bello camminare al crepuscolo, per provare l’intima essenza del lieve smarrimento.
In Natura le trasformazioni veloci sono quelle più distruttive, e provocano senso di fragilità e di impotenza nell’umanità, soprattutto pensando che spesso è lei stessa a provocarle. Quelle invece capaci di sedimentarsi nel profondo hanno tempi di gestazione più lunghi.

La domanda essenziale che ogni storia simile a quella del Podere Pradarolo fa sorgere è la seguente: riusciranno i suoi lunghi tempi a conciliarsi con quelli veloci della modernità?
Ogni momento vissuto lì ha il pregio dell’attimo fuggente, perciò vale la pena scommetterci, perché solo l’Amore autentico sa insediare le radici per il futuro.

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