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Li chiama anche “Proci” la mia amica Teresa, ma anche “Cicisbei”, quelli che stanno lì in attesa che si sganci dall’altro, che se lo levi dalla mente una volta per tutte quello che se anche le ha detto di no dieci anni fa non riesce proprio a non pensarci: una punta d’orgoglio, un pezzo mancante nella collezione di cuori infranti.
Stanno in silenzio, in un angolo, e aspettano che il telefono squilli, che un messaggio di posta arrivi con un invito sibillino che dia il via all’arguto consolatore: sono sotto un treno!, sto giù da morire!, ho deciso che basta!, ho capito che non ci devo più pensare!
Perché ogni donna ha una spina nel fianco, un “no” immotivato che rimbomba da sempre nella mente e che proprio perché senza ragione, lavora come un tarlo e rode anche le più piccole certezze e demolisce, con una consonante e una vocale, anni e anni di autoanalisi e di sedute a cento euro dallo psicoterapeuta.
Ed è proprio quando Terry non sa a chi rivolgersi, quando anche le amiche storiche, compresa la scrivente, latitano, e a ragione, che il cicisbeo è tirato in causa.
Possono essere passati anche due anni dall’ultima volta che l’ha lasciato sotto al portone con un pieno di promesse, “ti chiamo presto” che lui risponde pronto.
Non recrimina mai niente, e le domanda, ma senza alcun rimprovero che fine mai avesse fatto e come le sono andati gli ultimi anni concludendo che è solo felice di sentirla.
E’ single ma per scelta, preferisce avere molte amiche: una di loro capita sempre che sia nella serata giusta e certo, dopo, non avrà nulla da pretendere.
Sono amici e tanto basta.
L’amico da accompagno è una certezza, un punto fermo per ogni donna sola o fidanzata. È puntuale, sempre al passo con le mode, con i nuovi locali, con le nuove tendenze; se ha anche un buon lavoro, non le permetterà mai di aprire il portafogli, se invece è precario, capiterà anche di dover mettere benzina ma pazienza, non è umiliante come quando al tizio con la macchina biturbo, che non ha fatto che parlare dei suoi successi, viene restituita la carta di credito che proprio non ha fondi per sanare il conto.
L’amico da accompagno ha sempre grandi idee sulla serata, ama il cinema ma preferisce parlare, sentirsi raccontare i segreti di una donna, quelli di Teresa, le sue ultime avventure, i pettegolezzi su quello e quell’altro amico che su feisbuk, i due, hanno in comune. L’amico da accompagno ama dare consigli e spesso ci prende, ama girare per negozi e scegliere insieme a Terry abiti e accessori, dare consigli utili su atteggiamenti da tenere con il tizio –molto figo-che nel Pub l’amica ha adocchiato.
All’amico da accompagno ci si deve negare sempre, è da contratto, non è come il trentenne con famiglia che Teresa vede solo qualche notte l’anno, e solo nel buio della sua camera da letto.
Questo genere di uomo conosce i segreti di molte, compresi quelli di Terry e, con quel passato svelato nelle lunghe serate estive e con una birra in mano, un rapporto di coppia sarebbe una tortura a vita.
Il suo amico da accompagno conosce tutti i single della zona e di loro sa anche i gusti, è sempre pronto a correre in soccorso e a qualsiasi ora, è un impiegato, e spesso non ha niente da fare.
È generoso forse perché spera in una concessione improvvisa, ma non importa.
Ci può mettere la mano sul fuoco sul silenzio che manterrà su quella o su quell’altra storia, e quando parla di altre amiche e racconta le loro storie più perverse, ma mai una volta che gli scappi un nome.
Con lui, Terry supera qualsiasi pudore, è il prezzo da pagare per ciò che lui, in cambio di tanta generosità, vuole sapere.
E si dilunga spesso su certi particolari sconci e non molla finché non gliela dici tutta, possibilmente diffamando il maschio di cui si parla, rendendolo ridicolo agli occhi di lui che invece sta lì da anni e ascolta.
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