-Ciao, come mi trovi?, mi vedi proprio bene?
È un secolo che noi, non ceniamo assieme!-.
Ci credo caro mio, a volte è una passione
con te che non fai altro che parlarmi di pensione
della donna che vorresti ti facesse da badante
che tanto in giro tu, ne trovi proprio tante.
Una che sia brava anche a preparar la cena,
che sia parsimoniosa, colta e in più sincera,
che sparisca per magia e compaia per incanto
perché a te per eccitarti ci vuole proprio tanto,
devi essere tranquillo e anche rilassato
e la troppa perspicacia talvolta è peccato.
Questo è più o meno l’amore cinquantenne,
di quello che ha paura persin della ventenne,
di quello che la vuole matura ma non troppo,
che sia gioviale e bella ma anche riservata,
se poi è automunita è anche una figata,
magari silenziosa, già madre e appagata.
Sul web sono carini e fanno complimenti
giocano in attesa che sia tu a tentarli,
che sia proprio tu stessa a fare il primo passo,
perché stupiti e pigri ti dican -ah me lasso!
ti giuro sei carina, sei proprio la più bella
ma io non mi ci vedo ad alzarti la gonnella-.
E dopo tanti sforzi e quando l’hai dimenticato,
ti scrivono di notte il messaggio del peccato
che tu ti dici “è fatta! È lui che mi rivuole,
almeno ora saprò com’è che fa l’amore!”.
Allora tu incantata ti giri e ti rivolti e pensi
“amore io ti voglio! son schiava dei miei sensi!”.
Che poi a pensarci bene è quello ci frega,
l’idea di una passione è quello che ci lega,
il sogno indistruttibile di un maschio virile,
che una volta conquistato ci soddisfi senza fine.
Di un cavaliere oscuro, forte e bello e riservato,
di quell’uomo che non c’è ma noi abbiam sognato.
Ci rovina la speranza ancora adolescente
di trovare in lui il re e il cavalier servente,
la dolcezza e la forza del padre perduto,
del grande amore che abbiamo conosciuto,
o forse solo letto, o scritto, o immaginato,
ma che ci fa sperar di restare senza fiato.
Ma questi poi alla fine son pensieri razionali,
che magari hanno già fatto tante donne di ieri,
che di certo rifaranno le altre in un futuro,
che poi mi han fatto anche mia madre e lo zio Arturo.
Di stare sempre attenta e di non cascarci troppo
perché quando ti risvegli ha già fatto il gran botto.