Magazine Diario personale
È difficile pensarci sembra quasi un brutto scherzo, che dopo averli visti: io non posso votar questo. Però noi lo sappiamo che il voto è necessario a men di far qualcosa per prenderci sul serio. Ma noi siamo italiani non siam rivoluzionari se ci danno da mangiare ce ne stiamo buoni buoni.
E tu non t’incazzare non son io la prima a dirlo e le vecchie e care usanze non possono smentirlo. Or c’è anche chi s’impegna a contestare leggi che ha fatto quelli di cui lui difendeva i seggi. E or per colpa sua c’è chi se ne andrà in galera perché poi delle cose cerca la ragione vera.
Io dico che noi abbiamo sol ciò che meritiamo. È una legge di natura non si sconta né s’ignora. Lo dicono i proverbi, ne parlan grandi saggi: se tu fai la puttana entri in certi ingranaggi. Sei tu che hai accettato, nessuno ti ha costretto e ora che tu affronti la diffida in pieno petto.
Non posso io pensare di viver nel paese dove se uno ruba non ne fa mai le spese. E se io m’accompagno con ladri e malfattori posso anche stare certo che mi faranno fuori. Ma certo che contesto la legge in questione direi per giunta che è stupida e fa orrore.
La libertà di stampa è sacra e non ci piove ma solo se è coerente col pensiero che mi muove. Se io conosco cose che posso denunciare non posso stare zitto per ciò che me ne viene. Non posso favorire ladrocini di partito, starmene in silenzio e non muover manco un dito.
È chiaro che ora noi, dobbiam pure andare in Piazza a difender di Salusti la più pura e antica razza. Quella di chi è morto per denunciare il vero non di chi guadagna a coprir tutto con un velo. Mi spiace ma io trovo di ver cattivo gusto ora fare il martire, il buono e quello giusto.
Lo stesso dobbiam fare con quelli di partito che si tengon vitalizi senza muovere mai un dito. Non abbiamo alternative, non abbiamo mai avute, ci han detto le cazzate e ce le siam bevute, Ma ora che sappiamo possiamo far qualcosa: leggere i programmi e capirci qualche cosa.
(Foto 1. Elena Bibolotti. Elaborazione grafica: Ivana Innocente)