In questo assurdo pomeriggio di merda che sto passando (che credo ricorderò a vita, per tutta una serie di motivi) ho guardato lo speciale Istant Movie di Rai5 dedicato allo spettacolo Terra Ca nun senti, tenutosi a Casertavecchia. Questo mini-documentario è stupendo per tre motivi:
- è un viaggio poetico per i vicoli di Casertavecchia, borgo duecentesco unico nel suo genere e nelle sue atmosfere, che ho sempre particolarmente amato ogni qualvolta ci andavo nelle sere d’estate a passeggiare con i miei amici. Appartiene, per questo motivo, ai miei ricordi migliori. Ogni volta che mi trovavo lì, in me subentrava una piccola epifania, passando tra quegli archi antichi o osservando lo sconfinato panorama che sembra abbracciare l’intera Campania. Silenzio, voci antiche, presenze lontane e memorie perdute sembrano convogliare in questo luogo unico e senza tempo.
- È incentrato su Carmen Consoli e il suo percorso artistico. Ora, voi sapete che amo Carmen oltre ogni immaginazione, quindi sono di parte. Ma se non l’amate particolarmente, provate a dare uno sguardo comunque. Vi renderete conto della profondità e dello spessore di questa artista che ormai da anni vanta un percorso personale dedito alla scoperta delle proprie radici e al recupero e all’esportazione dei contenuti perduti della musica popolare, circondata da artisti validi e incredibili, cuore pulsante dei ritmi che ci appartengono e che le stanno donando un’esperienza musicale invidiabile e unica nel nostro panorama musicale. La passione di Carmen per la musica è palpabile, i suoi occhi parlano dell’amore verso la sua terra, le sue radici e la musica a cui ha dedicato ormai la vita.
- Parla di noi. Parla di chiunque senta di appartenere a un luogo che ama, particolare a suo modo e che avverte sempre suo, non importa dove vada. Come il vento.
Parla del silenzio. Parla di qualcosa che è spesso è nell’aria,chesolo chi è più sensibile riesce ad avvertire senza scambiarlo per vaneggiamento.
(sono sei parti, dopo il saltino le troverete tutte…)
“Dovremo tutti imparare a stare un po’ più zitti per trovare un po’ noi stessi“.