Nella saletta adibita a spazio d’arte del Bar Cucinella in via C. A. Dalla Chiesa 44 a Terrasini, è allestito un itinerario visuale attraverso le opere di sei artisti contemporanei che offre uno spaccato essenziale, colto e significativo, della produzione artistica degli ultimi decenni di autori figurativi e informali, originari della Campania e della Sicilia. Pittori ispirati dalla luce del sud, dalle suggestioni di una storia stratificata dai secoli e frammista a leggende e miti, legata alle manifestazioni di una natura prorompente, paesaggi assolati e oggetti che assurgono valore simbolico nel discorso pittorico.
All’inizio di un percorso che procede verso la progressiva astrazione del mondo reale, in una costante tensione verso l’espressione più intima e l’introspezione, si colloca “Susanna al Bar”, elegante e raffinata tela di Aurelio Caruso, tra le poche del pittore siciliano con raffigurazione umana a figura intera avvolta nelle tonalità tenui e calde di un’ambientazione interna, un bar per l’appunto; e un elemento floreale, allusivo e provocante, realisticamente rappresentato in un taglio inusuale, è il soggetto del quadro di Nicola Altomare. Si distinguono, invece, per il segno pittorico approssimato e le policromie amorfe, le opere di Sergio Vecchio, da cui affiorano, come da un caos primordiale, figure e forme che rimandano gli echi di quella classicità che ha fatto dell’Italia meridionale la ‘Magna Grecia’, contrapponendosi all’eleganza formale, alla ricercatezza del segno e del dettaglio di un’opera di Giuseppe La Pàrola, un cesto sospeso a un ramo di foglie multicolori, una natura morta artificiosamente composta nello stile tipico del maestro palermitano: toni accesi, luce brillante, elementi concreti ma così irreali da evocare atmosfere fiabesche e oniriche visioni.
Un organismo marino su una superficie marrone, chiazzata d’ocra, è quanto raffigura il pittore salernitano Casimiro Forte. “Stella rossa”, s’intitola. La minuscola macchia a cinque punte è situata in posizionale marginale sulla superficie di tela dal grande formato, ma il rosso melagrana con cui è accennata basta a farla emergere dallo sfondo mimetico di un’improbabile scogliera.
La rappresentazione figurativa scompare del tutto nelle opere di Antonino Perricone raffiguranti soggetti tracciati con il linguaggio più caro. Grovigli di nastri che si avvolgono, avviluppano, ingrovigliano, tra chiaroscuri e gradazioni di tonalità, in masse senza forma, da cui talvolta sagome anonime tentano invano di affiorare.
L’esposizione è visitabile da Venerdi 9 Marzo a Lunedi 16 Aprile.