Terrasini: sfiducia al sindaco, in piazza le ragioni dei firmatari

Sono scesi in piazza per spiegare alla cittadinanza le motivazioni di una scelta, definita “sofferta” ma “necessaria”, di un atto che non vuole avere il sapore di “un severo verdetto”, bensì quello del senso di responsabilità, con lo scopo di restituire la parola agli elettori. Dieci dei diciotto, oramai ex consiglieri comunali di Terrasini, che una settimana fa, hanno votato la mozione di sfiducia contro il sindaco Girolamo Consiglio, hanno parlato da un palco ai terrasinesi, spiegando perché hanno deciso di mandare a casa il primo cittadino. L’ex presidente dell’assise civica, Paolo Croce, non ha risparmiato gli attacchi politici e personali a Consiglio, replicando alle accuse –mosse da quest’ultimo- di “tenersi dentro i cassetti della scrivania importanti documenti, come il piano regolatore generale”. Affermazione smentita da Croce, che ha spiegato di aver fatto lui stesso, richiesta di revisione del PRG, già il 28 giugno 2007, praticamente all’indomani dal suo insediamento. Da presidente del consiglio comunale, Croce ha poi voluto spiegare alla cittadinanza che tutti gli ordini del giorno sono sempre stati condivisi sia dai capigruppo consiliari, sia dal sindaco, prima di arrivare in pubblica assise, dove si è sempre lavorato in maniera proficua e per il bene del paese. Secondo i firmatari della mozione di sfiducia, saliti sul palco sabato scorso, Girolamo Consiglio ha mortificato ed offeso negli anni, l’intero consiglio comunale…

E poi, c’è chi nel 2007, quando gli elettori furono chiamati al ballottaggio per scegliere tra il candidato a sindaco Girolamo Consiglio e lo sfidante Giuseppe Anselmo, decise di appoggiare Consiglio ma poi passò all’opposizione, votando la mozione di sfiducia. E’ questo il caso di Nunzio Maniaci e Mimmo Infantolino, entrambi componenti del PD, del quale l’ex sindaco era espressione.

Tratto da TeleOccidente.it