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Terre al margine – Wasted (Visioni Fuori Raccordo 2010)

Creato il 14 novembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

wasted_ondeggia

Per la Sezione Concorso CORTO alla quarta edizione del Film Festival Visioni Fuori Raccordo di Roma è stato presentato Terre al margine – Wasted (2010). Il cortometraggio sperimentale è stato scritto e diretto da Alessandra Ondeggia, con la partecipazione di Martino Vinci. Il testo della voce fuori campo è stato scritto e interpretato da Andrea Giovannucci e Daniele Bergonzi della Compagnia Fantasma.

Terre al margine – Wasted scava nella profondità di una città al margine ormai divenuta scarto: Taranto città di fabbriche e di fumo, di spazzatura e di centrali elettriche, labirinto che rappresenta un dispositivo costruito ad arte da coloro che perseguono solo interessi commerciali. È una città che, emblema della contemporaneità, non esiste più, dove l’uomo è disorientato, perché costretto a vivere una dimensione innaturale, non potendosi più identificare con i luoghi in cui è cresciuto. I suoi punti di riferimento svaniscono nella nuova urbanistica, perché “Quando una cosa sparisce, finisce”.

Alessandra Ondeggia metaforizza la complessità della metropoli contemporanea, caricando le immagini di sensi allusivi e misteriosi, esprimendo così la sua visione simbolica della città. Complici della sua azione un ritmo narrativo coinvolgente e suoni elettroacustici sperimentali (da frammenti dei brani sonori di The City of Simulation !, creati da Tiziano Milani), che donano una potente energia evocativa al film.

Il corto è già stato premiato come Miglior Cortometraggio al Salento International Film festival, al Novara Cinefestival  mentre si è piazzato al secondo posto al Moviedrome Corto Festival di Ferrara. Premiato inoltre per il miglior montaggio al “Non è mai troppo corto”, Festival dei corti underground di Gravinia di Catania.

Un progetto dunque, questo di Terre al margine – Waste, che fa riflettere sulle metropoli nelle quali viviamo, spronandoci a ricercare un nostro spazio naturale, plasmato da noi e per noi.

Valentina Calabrese


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