Oggi parliamo di tradizione e vini, andando a conoscere un’azienda vinicola, Terre di Guagnano, situata nel versante orientale della fertile pianura salentina e precisamente tra i territori di Guagnano in provincia di Lecce e la storica Manduria, in provincia di Taranto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Thomas Di Giulio, che ci ha trasmesso la sua passione per i vini, fatta di tradizione, passaggi generazionali e voglia di valorizzare non solo un marchio ma un intero territorio. Tradizione significa anche innovare e migliorare continuamente integrando le strategie tradizionali con le nuove pietre miliari del web: ecommerce, social media, blogging, content marketing con la pubblicazione di ricette da abbinare ai vini e i modernissimi sistemi di realtà aumentata per lo sharing. Il made in Italy esiste ancora ed è bello andare a raccontare le eccellenze locali che producono prodotti di qualità apprezzatissimi e riconosciuti all'estero.
Ciao Thomas. Tradizione e vini: quando il marchio significa promuovere il territorio. Puoi raccontarci la storia dell’azienda Terre di Guagnano?
Certamente. L'azienda Terre di Guagnano è nata nel 2011, dall'idea di mio padre Aldo Di Giulio, uno tra i primi pionieri sin dai primi anni '90 della promozione del marchio vitivinicolo salentino all'estero, quando ancora poche persone conoscevano e si interessavano ai prodotti salentini e l'imbottigliamento era effettuato sporadicamente e da poche aziende.
Quest'uomo, classe '48, è stato un pioniere, insieme a pochi altri, della promozione non di un marchio, ma di un intero territorio, il suo territorio natìo, lo stesso territorio che oggi dimostra di avere prodotti di altissima qualità e un potenziale ancora in via di sviluppo. Mio padre per i suoi amici non era la persona a cui dover chiedere i vini salentini, lui rappresentava il salento e la sua produzione. Prima della vendemmia del 2011, venne a scoprire che un male incurabile, subdolo e meschino, il male del secolo, lo avrebbe portato pian piano a lasciare noi e i suoi amici, in patria e all'estero. Decise di voler lasciare un' idea, di continuare ciò che i suoi avi gli insegnarono da piccolo, fare un ottimo vino, è come se allora stesse già scrivendo un testamento, animare la sua idea , un' impronta inconfondibile sul marchio salentino e sulla promozione di quest'ultimo, in modo da poter lasciare un sorriso sul volto di chi non aveva avuto il piacere di scoprirlo.
Quei 10 ettari ereditati….
Si infatti, mio padre aveva ereditato nel tempo dai suoi avi circa 10 ettari di vigneti ad alberello prevalentemente a bacca rossa (Primitivo, Negroamaro e Malvasia nera), ma non aveva mai collegato la sua idea di qualità, con quella di conservare l'ortodossia della tradizione vitivinicola salentina, in modo da poter promuovere sui mercati che lui conosceva benissimo e che anzi, in molti casi, su cui lui stesso per primo vi aveva messo piede.
Il successo a quanto vedo è arrivato subito..
Si, questo ci ha dato ragione,grazie anche all’esperienza di mio padre e con il nostro grande lavoro ha permesso l'inserimento e consolidamento dei prodotti nei mercati esteri come : Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Polonia, decidemmo così di acquistare ulteriori vigneti così da poter permettere un aumento della produzione.
Lui purtroppo è venuto a mancare nell'Ottobre 2013.
Ora chi segue l’azienda?
Ora siamo io e mio fratello Ruben che continuano la missione di nostro padre e seguiamo i suoi insegnamenti.
Quanti anni avete?
Io ho 26 anni, mentre mio fratello 23, anche se credo che non ci sia età quando vi è amore e passione nel fare ciò che ami. L’importante secondo me è amare il proprio lavoro.
Quindi siete molto giovani, un esempio da seguire,avete creato l’azienda in piena crisi, eppure il trend è in continua crescita, a cosa è dovuto secondo te?
Be, direi innanzitutto dalla profonda passione che ci lega al territorio, noi per far fronte alla diminuizione dei consumi, abbiamo cercato di puntare all’esportazione, effettivamente il nostro fatturato è per il 95% effettuato all’estero.
Diamo qualche numero della vostra produzione?
La produzione è passata dalle 39.000 btl alle 59.000 attuali, mentre per l’Obsession, la produzione rimane limitata, produciamo circa 3.900 btl.
Quali linee di prodotto producete? Quali caratteristiche?
Naturalmente la nostra produzione si basa su vitigni autoctoni salentini, abbiamo creato tre diverse linee di prodotto in modo da poter offrire diverse alternative al mercato.
La prima One Essence, prodotti mono varietali tipici del salento come il Negroamaro, Primitivo, Malvasia e Rosato di Negroamaro.
La linea Top line, dove vi è un leggero appassimento dei grappoli in vigna , le uve vengono selezionate e inserite in apposite cassettine di legno , la vendemmia viene effettuata come tramandata dai nostri avi, si inizia offrendo un grappolino di uva appeso ad un ramo di albero di fico, in attesa che la gazza becchi e mangi l'uva, da auspicio per un futuro buon vino. Successivamente dopo la fermentazione, il vino viene affinato in barriques da 225 litri per circa 6 mesi per il "Premio Primitivo", Dunia Negroamaro e Virgo Salice Salentino mentre solo 3 mesi per l'Adone Malvasia bianca & Chardonnay.
L’ultima linea immagino sia quella TOP di Gamma?
Esattamente, il vino che esprime l'intera filosofia aziendale, l’Obsession Primitivo.
Che caratteristiche hanno i vitigni?
Il vino viene ottenuto da vitigni vecchi 20- 25 anni per l linea One Essence e la Top line mentre per l’Obsession i vigneti hanno circa 50 anni, con delle rese minime;
Perché il nome Obsession?
Il nome è stato scelto per rappresentare l'ossessione maniacale per i dettagli, per il gusto, la passione, l'eleganza, l'arte e la filosofia aziendale nella sua interezza.
Solo degustandolo si può comprendere cosa facciamo: una ricerca continua della perfezione.
Come viene Prodotto l’Obsession?
Innanzitutto vi è un lieve appassimento dei grappoli in vigna, vendemmia rigorosamente manuale. I vigneti beneficiano dell'influsso mitigato dei venti provenienti dai mari che circondano il Salento, che ne esaltano i vini e le caratteristiche organolettiche rendendoli unici delle nostre zone.
Il vino dopo la vinificazione viene immesso in barriques da 225 litri per circa 12 mesi che ne esaltano le caratteristiche e contribuiscono ad equilibrare ulteriormente i tannini e renderlo morbido e persistente, un vino da meditazione. Successivamente il vino viene affinato in bottiglia per circa 6 mesi.
Come mai avete scelto come vitigno il Primitivo per l’Obsession?
Sai, mi sarei aspettato questa domanda, in realtà la risposta è semplice, il primitivo ha delle caratteristiche uniche, dentro di se è concentrata un esplosione sensitiva unica, tempo fa qualcuno credeva che fosse solo una moda passeggera, ma ogni anno si impone sempre più nei mercati, è divento un brand di qualità e successo.
E per il futuro?
Come azienda abbiamo ricevuto un enorme successo nei mercati internazionali, grazie anche all’innovazione nelle diverse strategie comunicative sia off-line che on-line, siamo all’avanguardia nell’utilizzo di strumenti comunicativi; siamo state una tra le prime aziende vitivinicole al mondo ad utilizzare i sistemi di realtà aumentata per lo sharing e condivisione semplicemente inquadrando la bottiglia con i propri smartphone.
Nei prossimi giorni sponsorizzeremo un corso di gestione della ristorazione, assorbendo buona parte dei costi, questo un ulteriore tassello della nostra filosofia di gestionale sulla qualità.
La prossima mossa?
Per ora ti posso dire che c’è qualcosa di grosso che bolle in pentola… sicuramente continuerà a darci ulteriori successi… ma non posso dirti altro.
Per dettagli e approfondimenti, visita il sito Terre di Guagnano.