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Terre (IN) moto. Valle del Belice, 46 anni dopo

Creato il 13 gennaio 2014 da Comunalimenfi
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Valle del Belice, 46 anni dopo. Una ricostruzione che non finisce mai «Aspettiamo ancora 35 milioni di euro».

Rimane un ricordo indelebile di paura e dolore, in chi l’ha vissuta, la tragedia che si abbatté sul Belice, devastandolo, con il sisma che si registrò nella notte tra il 14 gennaio e il 15 gennaio 1968.

Da allora sono trascorsi 46 anni, ma non è andata perduta la memoria delle 370 persone morte sotto alle macerie, delle altre migliaia che rimasero ferite e delle 98mila rimaste senza un tetto. Poggioreale, Salaparuta, Partanna, Gibellina, Salemi, Santa Ninfa, Vita e Calatafimi i paesi più duramente colpiti nel versante belicino trapanese dove la ferita del terremoto rimane ancora aperta perchè ritardi ed errori non hanno ancora consentito, così come negli altri centri colpiti dallo stesso terremoto, di completare la ricostruzione né di dare un adeguato sviluppo economico al territorio.

«La ricorrenza arriva in un clima di forte preoccupazione – dice Nicola Catania, primo cittadino di Partanna e coordinatore di 21 sindaci della Valle del Belice che portano avanti le stesse istanze -. Inoltre, per completare la ricostruzione siamo ancora in attesa che lo Stato trasferisca alle tesorerie comunali 35 dei 45 milioni di euro stanziati nelle legge di stabilità 2013 che è stata approvata nel dicembre 2012. Dieci milioni ci sono stati già dati. Chiediamo che a questo diritto acquisito si dia formale concretizzazione e che vengano create opportunità reali che consentano al territorio belicino di uscire dalla crisi anche creando una corsia preferenziale attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali 2014-2021. Chiediamo, cioè, che ci venga data la possibilità di realizzare un Piano strategico che preveda il rilancio del Belice dove dovrebbe essere consentita la creazione di una zona franca ampia che includa tutti i Comuni, anche dei versanti Palermitano e Agrigentino oltre che di quello Trapanese che furono devastati dal terremoto di 46 anni fa, da focalizzare su settori tematici, come il turismo o l’agricoltura».

Relativamente all’utilizzo dei fondi strutturali 2014-2021 Catania rileva che a distanza di circa un anno neppure la Regione, nonostante le molteplici sollecitazioni avanzate e le rassicurazioni ricevute, ha mantenuto l’impegno di costituire una speciale commissione sul Belice con il compito di affiancare il governo Crocetta nell’attività di programmazione negoziata.
Sulla base di una legge del 1978 ai belicini spettava il 100% per la ricostruzione della prima casa e il 70% per la seconda casa in quanto quella normativa stabiliva che andava ripristinato l’intero patrimonio edilizio. Una decina di anni fa gli stanziamenti furono bloccati in seguito a un controllo maggiormente serrato sulla ricostruzione delle seconde case.

Le somme stanziate andarono solo ai proprietari che riuscirono a dimostrare l’esistenza prima del sisma delle loro seconde case. Va comunque evidenziato che nel Belice sono arrivati meno soldi rispetto ad altre zone colpite da un terremoto di eguale intensità e di identica estensione territoriale. Il paragone che si fa è con il sisma che nel 1976 colpì il Friuli dove lo Stato fece giungere 18 miliardi delle vecchie lire a fronte dei 4 miliardi delle vecchie lire fatti arrivare nel Belice.

Diverse le iniziative organizzate tra martedì e domenica fra Partanna, Gibellina, Salaparuta e nell’Agrigentino a Montevago e Menfi, per ricordare fare il punto sul presente e gettare le basi per il futuro.

Margherita Leggio lasicilia

 

Belìce la storia capovolta – Il Sud


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