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Terre solitarie: "The Immigrant", il mélo di James Gray

Creato il 02 febbraio 2014 da Samuelesestieri


"The Immigrant" vira verso il seppia in una danza melò fuori dal tempo, capace di cullarti tra le lacrime che scendono a fiotti sul volto bianco e candido di Marion Cotillard. James Gray edifica il suo inno al cinema perduto con la mano ferma, elegante e neoclassica di chi si è nutrito di immagini e grandi narrazioni.
Le tribolazioni di un'epoca lontana, di un'immagine in grado di rievocarne mille altre, di teatri, maghi e puttane, riportano alle grandi e tragiche storie di una volta. Echeggia Sternberg ma viene in mente la Masina al posto della Dietrich (per purezza, per innocenza e forza).
I movimenti di macchina si distendono in carrelli sinuosi eppure leggeri, colmi d'amore per ogni sguardo, ogni posa, ogni gentilezza e ogni sorriso. Il primo piano ritorna a rivelare la forza prorompente dell'occhio, a comunicare mondi interiori attraverso quell'immagine-affezione che avevamo dimenticato ma tanto amato.
Ed eccolo allora lì James Gray, tutto intento a riedificare solitario un immaginario demodè, attraverso uno di quei dolorosi triangoli che da sempre appartengono ai melodrammi più strazianti. Ogni figura è ambivalente, polifonica e nell'egoismo più sfrenato anche il peggiore dei personaggi si apre a un amore sincero, devoto seppur trasandato. Ma trovo che la cosa più straordinaria di "The Immigrant" sia l'inserimento di questo film all'interno dello stesso contesto pornografico in cui viviamo: s'inserisce come un turbine silenzioso, grande perché irresistibilmente pudico. Nell'epoca in cui si mostra tutto James Gray fa un film di cesure e di ellissi dove curiosamente, nonostante il tema trattato, non c'è nemmeno una scena di sesso, ma tutto viene evocato in una forma allusiva, a tratti strepitosamente maliziosa. E' come ritrovare la verginità in un mondo che l'aveva dimenticata ma soprattutto riscoprire il linguaggio violento, passionale, devastante di un erotismo che è così sfrenato proprio perché rifiuta di concedersi.
Messa in scena da applauso, attori straordinari, scenografie, costumi, colonna sonora e montaggio: tutto è perfettamente come doveva essere.
Vi prego, datemi ancora questo cinema!


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