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Terremoti in successione: esiste qualche correlazione?

Creato il 23 marzo 2011 da Alessandro @AleTrasforini
La domanda è interessante, anche se avvicinabile alle solite tinte complottiste che in casi come questi fanno incuriosire e riflettere. Analizzando in successione i terremoti verificatisi in questi ultimi anni, si nota una sequenza di date piuttosto lunga:
  • Terremoto di magnitudo 9,1 (Sumatra) il 26 dicembre 2004;
  • Terremoto di magnitudo 8,6 (Sumatra) il 28 marzo 2005;
  • Sisma di magnitudo 8,6 (Sumatra) il 12 settembre 2007;
  • Sisma di magnitudo 9,0 (Siberia) il 27 agosto 2008;
  • Terremoto di magnitudo 8,8 (Cile) il 27 febbraio 2010;
  • Sisma di magnitudo 9,1 (Giappone) l'11 marzo 2011.
Il conteggio parla chiaro, contando sei gravi terremoti in poco meno di sette anni. In aggiunta a ciò, si scriva che era da un largo numero di anni che non si registravano movimenti tellurici di grandissima entità.
Da poco tempo, invece, l'astronave Terra sembra essersi risvegliata.
La domanda, in parole povere, è la seguente: si tratta di una semplice fluttuazione statistica od esiste qualche correlazione?
A tale questione proveranno a dare risposta esperti che si riuniranno a Memphis dal 13 al 15 aprile prossimi. Tutto ciò avverrà in occasione dell'incontro annuale della società americana di sismologia.
La Storia del pianeta consegna alle cronache ed alle statistiche un'altra serie di terremoti che si verificarono tra gli anni '50 e '60 del secolo scorso. L'elenco lasciato all'albo storico è il seguente:
  • Magnitudo 8,6 (Tibet) nel 1950;
  • Magnitudo 9,0 (Kamcatka-Russia) nel 1960;
  • Magnitudo 9,5 (Cile) nel 1960;
  • Magnitudo 8,5 (Isole Curili) nel 1963;
  • Magnitudo 9,2 (Alaska) nel 1964;
  • Magnitudo 8,7 (Alaska) nel 1965.
Allora, come oggi, si veniva da un periodo nel quale terremoti con intensità maggiore di 8,5 non si erano verificati in larga quantità. Come mai terremoti così forti in così breve tempo?
Non è importante trarre conclusion affretate, in quanto mancano serie storiche precedenti al secolo XX.
Scienziati come Aldo Zollo, sismologo dell'Università Federico II di Napoli, sostengono che la ciclicità statistica dei grandi terremoti sia un'ipotesi abbastanza fondata.
Il verificarsi di questi terremoti ha un luogo comune, concentrato nell'arco dell'Oceano Pacifico. Tale zona è ritenuta la più attiva a livello geofisico di tutto il Pianeta.
Mettendo in correlazione terremoti tra loro lontani come quelli avvenuti in Cile, Giappone e Sumatra, significa che potrebbe esserci una qualche forma di influenza a grande distanza. Al momento, tuttavia, di questa supposizione non c'è alcuna conferma empirica e scientifica.
Rimane tuttavia, al 2008, uno studio promosso dal sismologo californiano Taka'aki Taira.
A detta di costui le prove scientifiche per spiegare questa grande distanza esistono tutte: nello specifico, lo studio dell'esperto avrebbe evidenziato un aumento dell'attività sismica a grande distanza in relazione al terremoto avvenuto in Indonesia nel 2004.
Cosa simile sarebbe accaduta nel 1950, quando ad accendere la miccia sarebbe stato il terremoto avvenuto ad Assam, in Tibet. Il periodo di terremoti durò, allora, oltre 15 anni.
Se venissero confermate le ipotesi precedenti, si potrebbe dire di essere giunti circa a metà del ciclo.
Rimane il beneficio del dubbio, ovviamente. Complottisti a parte.
Per saperne di più: http://www.unita.it/scienza/notizie/sei-grandi-terremoti-in-sette-anni-br-c-e-una-correlazione-1.278054
TERREMOTI IN SUCCESSIONE: ESISTE QUALCHE CORRELAZIONE?

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