Chiaramente si intensificano i dubbi e le riflessioni nel
mondo per l’utilizzo delle centrali nucleari. Russia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e persino gli Usa, stanno pensando di revisionare, di ripensare e sospendere la costruzione di nuove centrali nucleari. Come pure India, Brasile e Cina. Quest’ultima, che è il numero uno mondiale negli investimenti in questo settore, ha sospeso i permessi di 25 nuove centrali in costruzione.
Riaccese le polemiche in Italia tra il governo e i fautori del nucleare, ed il fronte del “no”, che promuove un referendum, previsto per il 12 giugno, per bloccare il piano nucleare italiano. A dire il vero anche Berlusconi sta facendo un mezzo passo indietro, non rinnegando il progetto nucleare, ma rimandando la decisione e rendendosi disponibile ad un confronto con le Regioni, in merito alla loro disponibilità di ospitare le centrali. Comunque il governo ha dichiarato che agirà in coordinamento con la Ue.
Andando oggettivamente più a fondo, quali sono i motivi, ma soprattutto i rischi che presentano le centrali nucleari?
> Al primo posto c’è il problema sicurezza. Si parla di costruire centrali di quarta generazione, con reattori sicuri, il che avverrà intorno al 2030. Ma comunque sarà sempre presente il rischio di eventi catastrofici causati da fattori esterni o da errori umani. Il rischio sarà ridotto ma non potrà essere completamente azzerato: possono per esempio accadere guerre o fenomeni di terrorismo.
> Ci sono anche motivi di natura economica. Oltre al costo elevato per la costruzione di una centrale, ci sono i costi di mantenimento e quelli per mettere fuori esercizio le centrali obsolete. Bisogna considerare anche le spese e la messa in sicurezza delle scorie, problema questo che, a cinquanta anni dall’inizio del nucleare civile, non è stato risolto: non esiste ancora nel mondo un Paese che abbia costruito un deposito definitivo per le scorie radioattive.
> Un altro motivo, oltre che economico, è anche etico. Con l’avvento delle centrali andranno a finire tutti i progetti di fonti rinnovabili, dall’eolico al fotovoltaico, che ultimamente stanno crescendo a ritmi che non erano prevedibili (nel 2010 il fotovoltaico è aumentato del 120% rispetto all’anno precedente), ed i costi si stanno riducendo (con la loro sparizione cresceranno quelli per l’energia prodotta dalle centrali nucleari). Dopo l’incidente di Fukushima qualcuno ipotizza e si augura l’uscita dal nucleare per puntare al fotovoltaico.
Il problema che si presenta dopo Fukushima è di importanza planetaria. Io penso che l’energia nucleare continuerà. Dopo questa pausa di riflessione emotiva, si continueranno a costruire centrali cosiddette di quarta generazione, con sistemi di sicurezza sempre più avanzati, imparando dagli errori del passato. Dovrà però essere concordato fra i Paesi, magari con l’istituzione di un’Agenzia di sicurezza internazionale, come per esempio la NRC americana, che sovraintende gli Stati dell’Unione.
In Italia il problema è anche più accentuato e storico. Importiamo l’80% del fabbisogno energetico tra combustibili fossili ed energia nucleare, ed abbiamo una impellente bisogno di produrre una energia nostra. Ma lo si dovrà fare con un largo consenso politico e con responsabilità, perchè le scelte di oggi condizioneranno la vita delle future generazioni.