By Andrea Scatolini on luglio 10th, 2013
Il CNSAS e la Federazione Speleologica Toscana sconsigliano vivamente la frequentazione delle numerose grotte apuane per questa estate, perché anche se i media non ne parlano piú, continuano a ripetersi scosse di terremoto piú o meno forti e il pericolo di beccarsi qualcosa in testa é sempre presente.
Alcuni sindaci hanno emesso delle delibere che vietano l’attivitá speleologica in alcune grotte, ma il buon senso ci impone di autolimitare l’attivitá speleologica per muoverci nella consueta sicurezza.
Nella speranza che lo sciame sismico cessi, soprattutto per la condizione di vita degli abitanti di quelle zone, che con il terremoto in corso vedono la loro vita sospendersi in un limbo tra la speranza di riprendere una vita normale e il dramma che si riaccende ad ogni nuova scossa, pubblichiamo di seguito i comunicati ufficiali della FST e del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico:
La Federazione Speleologica Toscana in collaborazione con il delegato III zona CNSAS
Vorremmo porre l’attenzione che, nonostante sui media a livello nazionale sia passata solo la notizia della prima scossa di terremoto che si verificò in data 21/06/2013, in realtà la terra, in Lunigiana e in Apuane, continua costantemente a tremare.
Lo sciame sismico non cenna a fermarsi, quasi tutti i giorni si verificano una o più scosse con Magnitudo pari o superiore a Ml 2.0. In data 30/06/2013 una scossa di Mag 4.4, l’ultima nella notte fra l’8/9/07/2013 di Mag 3.5.
Vi segnaliamo il seguente sito dove in tempo reale vengono riportate anche le scosse che avvegnono nel territorio delle Apuane:
http://cnt.rm.ingv.it/
Vi preghiamo prima di programmare una qualsiasi gita sopra o sotto terra in Alpi Apuane di consultare la cronoca locale per verificare come si stanno evolvendo le cose.
Sotto riportiamo alcune considerazioni fatte insieme al delegato della III zona del CNSAS, e il PDF delle ordinanze emanate dal sindaco di Fivizzano su alcuni divieti riguardanti le zone in oggetto.
Mario Cecchi, delegato speleo del SAST- CNSAS toscano, TERREMOTI E SPELEOLOGIA
Cominciamo dalle cose ovvie: in che modo la comunità dei geologi ha determinato la sismicità della nostra amata terra? Valutando in base agli eventi avvenuti in passato e determinando perciò in base a questi dati la pericolosità o meno di una determinata zona (gli eventi determinatisi nel modenese dimostrano purtroppo la non completa attendibilità di questa mappatura). Sappiamo bene che, essendo presenti su questo pianeta come animali pensanti da non più di un quarto d’ora (geologico) la valutazione risulta quindi alquanto empirica ma di meglio non abbiamo.
Sappiamo che quasi tutta la nostra penisola è da considerare a rischio ma con la buona dose di fatalismo che contraddistingue il nostro popolo continuiamo a conviverci… però non c’è da esagerare!
In grotta tali fenomeni, come hanno fatto per millenni e per altrettanti continueranno a farlo, “assestano ed equilibrano” il nostro amato ambiente sotterraneo, ma vi garantisco che trovarsi in mezzo a quel tipo di lavorio non è cosa piacevole.
Quando finisce l’emergenza? Quando (sempre utilizzando un pizzico di quel fatalismo di cui parlavamo prima) gli eventi sismici si saranno esauriti ripresentando una condizione “normale”.
Per determinare ciò basta usare il sano buonsenso che ognuno di noi dovrebbe avere, tenendo ben presente che nel caso di un incidente dovuto a cause sismiche anche i soccorritori si vedrebbero costretti ad operare in tali condizioni di pericolo!
Colgo l’occasione per precisare alcuni punti importanti.
1. Lasciare sempre la destinazione dell’uscita e (standoci larghi, ma non troppo) l’ora prevista del termine di essa. Se non lo si fa, si rischia di sperimentare sulla propria pelle il terribile significato del termine “angoscia”. Un ritardo di 4\5 ore può essere considerato accettabile, oltre di esso è bene cominciare a preoccuparsi pertanto è essenziale che, se il ritardo è causato da un rallentamento e non da un incidente, qualcuno del gruppo esca a dare notizie.
2. Come allertare il soccorso: se non disponiamo dei numeri del soccorso speleo si chiama un numero di un qualsiasi membro del CNSAS, anche alpino, poi la macchina si mette comunque in moto automaticamente. Se non si dispone di tali numeri si può allertare il 118 specificando la necessità di un intervento del CNSAS (la telefonata di solito è registrata), loro per convenzione hanno i nostri numeri.
3. In caso di condizioni meteorologiche avverse (le previsioni oggigiorno sono decisamente attendibili) rimandare l’uscita a tempi migliori… le grotte non se ne vanno, noi a volte sì (vale chiaramente anche per l’argomento trattato all’inizio).
4. Anche se argomento “delicato” sarebbe bene che tutti i frequentatori della montagna, dentro e fuori, fossero tesserati CAI e così conseguentemente assicurati per un eventuale soccorso, altrimenti le spese sostenute dai volontari, che comunque effettueranno il recupero, restano a carico loro… e non è bello, poi del resto un giorno potreste esserci anche voi a far parte di questi.