Terremoto in Emilia, danni all’economia

Creato il 29 maggio 2012 da Mutuonews

Grana Padano ha già denunciato l'inservibilità di circa 400mila forme di formaggio che saranno mandate alla fusione.

Ingenti perdite per le aziende agricole

Le continue scosse di terremoto che da circa una settimana continuano a vessare il centro-nord Italia, in particolare l’Emilia-Romagna, hanno portato un carico di morte e distruzione. Decine le vittime, mentre non si contano gli ingenti danni subiti dall’economia locale. A pagare il prezzo maggiore della tragedia è il comparto agricolo, costretto a subire perdite per 250 milioni di euro. Tanto per fare un esempio a riguardo, la Grana Padano ha già denunciato l’inservibilità di circa 400mila forme di formaggio che saranno mandate alla fusione.

La nuova forte scossa che è stata registrata stamane, 5,8 di magnitudo, ha causato almeno 10 vittime ed il crllo di capannoni industriali. Queste le parole del presidente della repubblica Giorgio Napolitano: “Il Presidente del Consiglio e il presidente della Regione hanno fatto una dichiarazione che credo sia significativa dell’impegno di verificare come sono andate cose, se ci siano misure che potevano essere prese in senso preventivo“.

La penisola italiana si sta riorganizzando dal punto di vista geologico, succede con tempi secolari“  spiega Giovanni Gregori, geofisico del Cnr, intervistato da SkyTg24  “In quella zona, terremoti di tale intensità si sono registrati mezzo millennio fa. L’Italia è come una sbarra rettangolare compressa dall’Africa, nel giro di qualche decina di milioni di anni verrà schiacciata alla penisola balcanica. Ha dei punti di attrito che periodicamente si rilasciano. Le zone con maggiore sismicità sono quattro: Irpinia, l’Aquilano, l’Umbria e il Friuli. C’è da augurarsi ci siano tante scosse – conclude l’esperto – più è il numero, meno l’intensità e la quantità che si accumula“.


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