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Terremoto nella Formazione in Sicilia. 11 arresti, c'è anche la moglie del leader Pd Genovese

Creato il 17 luglio 2013 da Www.marsala.it @@il_volatore

Undici provvedimenti cautelari, di cui dieci misure di custodia ai domiciliari e un provvedimento di sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio. 

Terremoto nella Formazione in Sicilia. 11 arresti, c'è anche la moglie del leader Pd Genovese
Sono i provvedimenti che gli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina insieme al nucleo di polizia della Polizia giudiziaria presso il Tribunale stanno eseguendo da questa mattina all’alba coordinati dalla Procura della Repubblica.

Undici, quindi, le persone coinvolte su cui hanno indagato il Procuratore Aggiunto, Sebastiano Ardita, e i sostituti, Camillo Falvo, Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti. L’inchiesta è quella sulla formazione professionale che nelle scorse settimane aveva portato all’emissione di altrettanti avvisi di garanzia nei confronti di Francantonio Genovese, deputato nazionale del Pd, del cognato e deputato regionale, Franco Rinaldi e di altri congiunti dei due esponenti politici.

Gli enti di formazione coinvolti sono l’Aram (Associazione per le Ricerche nell’Area Mediterranea) e la Lumen (Libera Università Mediterranea di Naturopatia), che fanno riferimento all’area Pd e l’Ancol (Associazione Nazionale delle Comunità di Lavoro), altro ente che invece è legato all’area politica ex An.

Tra gli arrestati anche le moglie degli ex sindaci Genovese e Buzzanca, Chiara Schirò e Daniela D’Urso. Ai domiciliari, con le mogli di Buzzanca e Genevese, Melino Capone, ex assessore comunale ed Elio Sauta, ex consigliere del Pd.

Ai destinatari delle misure cautelari viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti dai tre centri di formazione professionale che operano nella provincia di Messina.

Le indagini hanno scandagliato l’attività degli enti di formazione negli ultimi anni, consentendo agli investigatori di appurare l’esistenza di un sistema grazie al quale venivano gonfiati i prezzi delle prestazioni di servizio o degli acquisti di beni necessari per l’attività funzionali alle strutture.

Più in particolare, sono state provate prestazioni totalmente simulate, sovrafatturazione delle spese di gestione relative agli affitti, al noleggio delle attrezzature e quelle per la pulizia dei locali in cui venivano tenuti i corsi di formazione.

Grazie a tali escamotage, i rappresentanti legali dei centri di formazione, attraverso la compiacenza di società i cui titolari erano ad essi legati da vincoli di parentela o di fiducia, riuscivano a documentare spese a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato, inducendo così in errore gli enti pubblici nella fase di erogazione dei finanziamenti.

Attraverso tali illeciti comportamenti, i centri, che hanno come scopo l’organizzazione – senza fini di lucro – di corsi formativi nell’ambito dei progetti approvati dalla Regione Siciliana, e da questa interamente finanziati mediante denaro proveniente direttamente dalle casse regionali, dello Stato e dell’Unione Europea per il tramite del Fondo Sociale Europeo, hanno ottenuto finanziamenti per importi di gran lunga superiori ai costi effettivamente sostenuti, con conseguenti sprechi di denaro pubblico e arricchimenti illeciti.


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