Siamo senza parole. Restiamo ormai senza commenti davanti agli abusi dei diritti umani da parte del regime iraniano, soprattutto davanti agli abusi nei confronti delle minoranze etniche e religiose. Cosi, mentre il regime da mandato alle Ambasciate di pubblicizzare la notizia della nomina di un cristiano a capitano della nazionale di calcio, all’interno dell’Iran la persecuzione verso decine e decine di altri cristiani si fa sempre più dura. Al centro delle attenzioni dei Mullah ci sono i musulmani che abbandonando la loro fede per convertirsi a cristianesimo, molto spesso quello evangelico. Per questi esseri umani, la “giustizia” del regime non ha alcuna pietà.
Ieri, quindi, due terribili notizie sono state diffuse da media in lingua inglese e dalle ONG iraniane impegnate nei diritti umani. La prima riguarda un gruppo di 18 cristiani, arrestati nel febbraio del 2013 presso Shahin-Shahr, vicina ad Isfahan. Tutti gli arrestati, ovviamente, sono stati fermati per motivi religiosi, con l’accusa di apostasia per aver rifiutato la fede maomettana. A distanza di due anni dall’arresto, quindi, la Corte Rivoluzionaria ha emesso il verdetto finale contro i 18 “criminali”: tutti loro dovranno scontare un totale di 23 anni di carcere! Una sentenza assurda e di una crudeltà rara. Per le informazioni che riusciamo ad ottenere dai media, possiamo dirvi i nomi di 11 dei 18 condannati: Nasrin Kiamarzi, Sarah Fouladi, Maryam Bateni-nia, Akbar Ahmadi, Bita Ja’fari, Abbas Kiani, Fatemeh Zareie, Masoumeh Dashti, Ramin Bakhtiarvand, Neda Fouladi e Samira Fouladi.
L’altra notizia, invece, riguarda un signore di nome Yousef Hassanzadeh: dopo essere stato arrestato nel Settembre del 2014, anche lui per essersi convertito al cristianesimo, Yousef e’ stato quindi condannato in questi giorni a 10 anni di detenzione, da scontare presso il carcere di Evin. L’accusa contro il povero Yousef e’ quella di aver compiuto via Internet delle attività “anti-regime”. Ovvero, concretamente, quello di essersi messo in contatto con ambienti cristiano evangelici in Belgio. Per la cronaca, la Corte ha condannato Yousef Hassanzadeh pur sapendo che e’ malato e la detenzione potrebbe davvero essergli fatale.
Vogliamo ricordare che, nell’ultimo report rilasciato nel 2015, Ahmad Shaheed – inviato speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Iran – ha denunciato la presenza nelle carceri iraniani di 92 cristiani, arrestati tutti per motivi religiosi. Un aumento esponenziale dei cristiani detenuti, avvenuto proprio sotto Hassan Rouhani, Presidente eletto con l’impegno di difendere le minoranze e soprattutto dipinto dal mondo Occidentale come moderato (nel 2014 i cristiani nelle carceri iraniane erano 69). Davanti a tutti questi abusi, le diplomazie Occidentali sono silenziose e, indirettamente, corresponsabili. Con la scusa del negoziato nucleare, sinora senza alcun esito (anzi…), l’Occidente ha permesso al regime iraniano di aumentare indisturbato la repressione contro la popolazione.
Chiediamo, ancora una volta, alle diplomazie Occidentali – Italia in testa – un atto di coraggio e una pubblica condanna delle azioni criminali di Teheran. Chiediamo inoltre al Pontefice Francesco di agire per la liberazione immediata dei condannati