Terrina di Moscato.

Da Marisa

Ingredienti: per 4 persone

    chicchi d'uva moscato g 640
    vino moscato g 100
    zucchero g 100 più un cucchiaio
    gelatina in fogli g 20
    buccia d'arancia
    un grappolino d'uva rosata
    limone

    Il vitigno Moscato, raggruppa alcuni vitigni con uva di vario colore, da tavola o da vino.

    Origina dal bacino medio-orientale del Mediterraneo. Vettore della sua diffusione nelle regioni italiane meridionali furono i coloni greci, che portarono con loro i semi o i tralci per poterlo coltivare nelle colonie della Magna Grecia.

    La varietà bianca è la più pregiata. Le uve venivano già citate dai romani come Apicae (da Catone) o Apianae (da Columella e Plinio). Il suo nome deriva da muscum (muschio) a causa del profumo intenso e del suo dolce aroma. In tempi antichi si otteneva un vino dolce facendo appassire le uve.


Preparazione: 60’

  • Marinate per 60', nel vino moscato, g 370 di chicchi di moscato.
  • Preparate uno sciroppo, bollendo per 2' g 200 d'acqua, g 100 di zucchero, una buccia d'arancia.
  • Pesate g 100 di questo sciroppo,filtrato, caldo, e scioglietevi la gelatina ammorbidita.
  • Frullate g 270 di uva moscato, passate il ricavato al colino cinese e, al succo ottenuto, aggiungete il vino della marinata e la gelatina sciolta.
  • Fate raffreddare il composto poi versatelo in una terrina con l'uva marinata e passate in freezer per almeno 6 ore.
  • Sformate la terrina e servitela con una salsina ottenuta frullando l'uva rosata, un cucchiaio di zucchero e il succo di un limone.
  • Guarnite con chicchi d'uva mista.

Quanto nutre una porzione: 272 calorie

Vino consigliato: Alto Adige Moscato giallo, Isonzo Moscato giallo, Moscato di Siracusa.

Il Moscato di Siracusa  definito sin da allora,  e non a sproposito, "Il Nettare degli Dei", trova costanti citazioni di elogio in tutti i periodi storici che si sono susseguiti fino ai giorni nostri, dagli antichi storici dell’epoca ad Albert Jouvin de Rochefort nel suo Grand Tour; da Giovanni Verga che faceva bere ai suoi personaggi  "il buon moscato di Siracusa" ad Alexandre Dumas che ne "Il grande dizionario della cucina" lo colloca tra i crus più famosi nel paragrafo dei "Vini liquorosi stranieri".

Naturalmente, come tutte le cose terrene, nel corso dei secoli si sono susseguite alterne vicende.

Una prima battuta di arresto il Moscato di Siracusa, assieme a tutti gli altri vini, la ebbe alla fine dell’ottocento quando l’epidemia di fillossera distrusse quasi totalmente i vigneti d’Europa. a fu a partire dagli anni cinquanta che, per  una serie di motivazioni socioeconomiche e culturali locali, il cordone ombelicale che legava  il moscato di Siracusa alla sua storia ed al suo territorio si affievolì fin quasi a rompersi del tutto.

Nonostante il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata avvenuto nel 1973, il Moscato di Siracusa era considerato ormai  un vino fantasma, citato dai sacri testi di enologia ma che nessuno riusciva più a trovare.

Soltanto grazie ad un manipolo di intraprendenti produttori, di giovani vignaioli, armati di tanto amore per la natura, questo prodotto è rinato, si sta rivalutando e speriamo presto, possa riprendere il prestigioso posto che aveva da sempre occupato.  

E’ in questo contesto che la nostra azienda, non avendo mai interrotto questo rapporto diretto con la madre terra, forte delle esperienze tramandate di generazione in generazione, ha ripreso con successo questo percorso facendo rivivere al Moscato di Siracusa una nuova eterna giovinezza ritornando a far parlare di se in tutto il mondo.

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