“Terroni bastardi, ve la farò pagare”: Quando essere meridionali diventa un problema!

Creato il 27 gennaio 2015 da Vesuviolive

Sembra incredibile, ma purtroppo è vero che nel 2015, nel mondo ancora esistono persone capaci di puntare il dito contro qualcuno solo perché è nato altrove. L’Italia ad oggi versa ancora in una gravissima condizione di razzismo ingiustificato che divide, o meglio sminuzza in tanti piccoli cocci, quella Nazione che i libri di storia dichiarano essere unita. Basta andare allo stadio, ascoltare la TV, o navigare in rete per sentire l’eco incessante di quelle parole di odio troppo spesso pronunciate contro la gente del Sud.

I meridionali, gli eterni inferiori, quelli che vanno massacrati, derisi, usati, e per alcuni anche eliminati, quelle persone che secondo la mentalità distorta di certe persone, andrebbero uccisi per “ripulire” l’Italia.

La storia raccontata dal quotidiano La Stampa di Novara, raccoglie molto dell’odio precedentemente descritto, un odio maniacale che induce a perseguitare e minacciare di morte i vicini di casa di un ex cuoco delle Navi che ormai in pensione, decide di tornare a vivere a Borgomanero, e  che non digerisce facilmente la presenza dei meridionali.

“Terroni bastardi, ve la farò pagare. Siete dei topi, siete tutti chiusi in casa, me la pagherete, vi faccio saltare tutti. Vedrete se non vi faccio saltare col gas”. Non ha mezze misure l’ex cuoco durante le sue minacce, nessuno sconto, solo tanto odio verso dei vicini di casa che non hanno alcun reato, ma pagano la “colpa” di essere figli del Sud.

Minacce infinite, quotidiani tentativi di aggressione, e la promessa, quella che prima sarebbe finita male. La famiglia originaria del Sud non aveva mai mosso un dito, sorvolando a queste terribili promesse di morte, fino a quando l’ex cuoco aggredisce il vicino di casa colpendolo con un manico di legno.

La donna distrutta dal dolore e dalla paura dichiara di  essere in cura a causa di uno stress post traumatico, a cui aggiunge la convivenza con uno stato di ansia inspiegabile, il marito poi racconta ulteriori  dettagli dell’ex cuoco: “Ci insultava di continuo, se la prendeva anche con mio suocero, malato di cuore. Una volta ho chiamato i carabinieri e da lì è iniziata la nostra odissea. Inizialmente non l’avevo denunciato, ma quando mi ha colpito in testa con un manico in legno, ho dovuto farlo”.

L’uomo di Borgomanero, dopo la denuncia rimediata dai vicini esasperati, viene allontanato dalle vittime con un divieto e privato della possibilità di guidare l’auto in città. Oggi a seguito di quanto accaduto, l’uomo che attualmente vive a Correggio, è accusato di stalking e lesioni.

“Prima eravamo una famiglia normale oggi viviamo segregati in casa, abbiamo paura. Due anni fa l’abbiamo messa in vendita. Non potevamo più stare lì. Poi per fortuna lui se ne è andato. Se dovesse tornare, ce ne andremmo via. La nostra storia è di quelle che finiscono in tv”. Questo è quanto dichiarato dalle vittime, che ancora scosse dall’accaduto attendono la sentenza prevista per il 9 Aprile.

Purtroppo ancora oggi siamo costretti a vivere nell’incapacità di accettare il fatto che se si parla di Italia unita non possono esistere certi episodi, ma chi bisogna incolpare? A chi spetta il compito di punire in modo esemplare i toni di intolleranza territoriale che spesso vengono usati come intercalare simpatica? Non c’è nulla di vagamene simpatico nell’odio e noi meridionali, vittime di luoghi comuni e intolleranze ingiustificate, lo sappiamo fin troppo bene.


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