Demonizzare ogni forma di opposizione è una spontanea caratteristica dei regimi che temono la visualizzazione concreta del loro fallimento, così si danno da fare per isolare la protesta e farla apparire come negativa anche agli occhi di chi è vittima delle “cure” governative. Ma se fossi in Monti non mi preoccuperei tanto del terrorismo immaginario che diffonde e che rappresenta l’unico campo nel quale è capace di fantasia. Mi preoccuperei piuttosto di un agguerrito gruppuscolo che è difficile zittire con i lacrimogeni e i manganelli e contro il quale persino le primarie impallidiscono: si chiama “Numeri” e fa parte del “realismo insurrezionalista”. Basta leggere i numeri dell’economia per rendersi conto del procurato disastro e in nome di chi è stato procurato.
Chi chiude le saracinesche per la paura instillata è probabile che dovrà chiuderle a causa dei “Numeri” che agiscono indisturbati tutti i giorni e contro i quali non esistono scorte che tengano. Il No Monti Day lo organizzano loro, altro che i black bloc e sono naturalmente il terrore di chi non ha i numeri.