La scorsa notte, nella Capitale, i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Roma, nell’ambito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica della Capitale, hanno portato a termine un’operazione antiterrorismo nei confronti di militanti jihadisti affiliati all’Isis.
Terrorismo, operazione anti-Isis a Roma: le conversazione degli jihadisti. All’esito delle indagini dei Carabinieri, accogliendo la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Roma, il Gip dello stesso Tribunale ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino macedone quarantunenne, Maqelara Vulnet alias Carlito Brigande, e di un cittadino tunisino ventinovenne, Firas Barhoumi, ai quali viene contestato il delitto di appartenenza ad un’associazione con finalità di terrorismo, con l’aggravante della transnazionalità del reato.
All’origine dell’operazione portata a termine dal Ros “vi è un’intuizione investigativa dei Carabinieri della Compagnia Roma Centro, in occasione dell’arresto, lo scorso novembre, di Carlito Brigande – spiega una nota dei carabinieri – operato nell’ambito di un ordinario servizio di controllo del territorio. Questi era ricercato in forza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria macedone, per reati contro la persona ed il patrimonio commessi in quel Paese”. I Carabinieri, in quella circostanza, oltre ad arrestare il latitante, riuscirono ad individuare e perquisire la sua abitazione. Nel corso della perquisizione, i carabinieri hanno trovato alcune lettere manoscritte contenenti frasi in arabo e da fotografie con indizi di una adesione di Carlito Brigande al radicalismo islamista. Per questi motivi, è intervenuto il Ros, organo specializzato per l’Arma dei Carabinieri nelle indagini antiterrorismo.
La ricostruzione dei contatti di Brigande Carlino con il foreign fighter Firas Barhoumi. Gli accertamenti del Ros sono “consistiti in analisi di materiale documentale ed informatico, di tabulati telefonici e telematici, pedinamenti ed intercettazioni, hanno fornito chiari elementi da cui è emerso che: “nei giorni antecedenti al suo arresto, Brigande Carlito era in contatto attraverso vari sistemi di chat, con Firas Barhoumi, che già in quel periodo si trovava in Iraq, quale ‘foreign fighter’, a combattere in seno alle milizie terroristiche del ‘Daesh’; i due indagati si erano conosciuti tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, durante un periodo di comune detenzione in carcere, dove Barhoumi aveva intrapreso l’opera di proselitismo jihadista nei confronti di Carlito Brigante”. Dalle indagini portate a termine dal Ros, è emerso inoltre che Carlito Brigande, avendo aderito alle sollecitazioni di Firas Barhoumi, era in procinto di partire per l’Iraq, ove si sarebbe unito alle milizie jihadiste dell’Isis, e Firas Barhoumi si era offerto quale volontario per il compimento, in Iraq, di una missione suicida contro ‘gli infedeli’ mediante l’uso di un’autobomba.
Una terza persona è stata arrestata dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale, la scorsa notte, in Roma, nell’ambito della stessa operazione. Si tratta di Abdula Kurtishi, “ventiseienne macedone, ricercato in campo internazionale perché evaso da un carcere macedone dove stava scontando una condanna ad anni 8 di reclusione per rapina”, spiega una nota dei Carabinieri. “Gli approfondimenti investigativi sul suo conto – chiarisce la nota – hanno poi consentito di scoprire che dopo essere transitato in diversi Paesi europei, aveva fatto ingresso in Italia a ottobre scorso dove si avvaleva di documenti falsi e identità fittizie”. Kurtishi “è stato quindi tratto in arresto sia per l’evasione da lui compiuta nel suo Paese, che in flagranza di reato, perché trovato in possesso di documenti falsi”. Su ordine della Procura di Roma, i Carabinieri hanno infine eseguito ulteriori perquisizioni, nei confronti di altre persone risultate in contatto con i soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi italiani e macedoni. (ADNKRONOS)