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Terza edizione per il “Prix de la littérature arabe”

Creato il 01 luglio 2015 da Chiarac @claire_com_

Terza edizione per il premio letterario francese “Prix de la littérature arabe”, istituito congiuntamente nel 2013 dalla Fondation Jean-Luc Lagardère e l’Institut du monde arabe di Parigi, allo scopo di premiare la letteratura araba francofona e la letteratura araba tradotta in francese.

Sette sono i titoli in gara quest’anno (tra parentesi l’editore francese e in maiuscolo il paese di origine/di residenza degli autori):

  1. Femme interdite, di Ali al-Muqri (Liana Levi; tradotto dall’arabo) – YEMEN
  2. Le castor, di Mohammed Hasan Alwan (Seuil; tradotto dall’arabo) – ARABIA SAUDITA/CANADA
  3. L’Âne mort, de Chawki Amari (Barzakh) – ALGERIA
  4. La Langue du secret, de Najwa M. Barakat (Actes Sud; tradotto dall’arabo) – LIBANO/FRANCIA
  5. Les quatre saisons du citronnier, de Souad Benkirane (Karthala) – MAROCCO
  6. Les Druzes de Belgrade, de Rabee Jaber (Gallimard; tradotto dall’arabo) – LIBANO
  7. La Cigogne, d’Akram Musallam (Actes Sud; tradotto dall’arabo) – PALESTINA

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Dei sette autori, solo alcuni sono stati tradotti in italiano (e naturalmente non per i titoli in gara): di Ali al-Muqri la Piemme ha pubblicato Il bell’ebreo, con la traduzione di Maria Avino e la cura di Isabella Camera D’Afflitto: un libricino piccolo piccolo sull’amore impossibile tra un giovane ebreo e una ricca ragazza musulmana nello Yemen del 1600 (romanzetto che non mi ha convinta per niente).

Najwa Barakat è invece l’autrice del bel Ya Salam!, un romanzo dallo humor nero ambientato a Beirut dopo la guerra civile. Peccato che la casa editrice italiana che l’ha pubblicato, la Epoché di Milano, sia ormai sparita e il libro sia quindi difficilmente reperibile.

Il libanese Rabee Jaber è l’autore dello splendido Come fili di seta, tradotto da Elisabetta Bartuli per Feltrinelli: l’ho recensito qui e non mi ripeto se non nel consigliarvi di leggerlo. Infine, del palestinese Akram Musallam è stato tradotto in italiano, da Leila Mattar per Il Sirente, La danza dello scorpione, romanzo storico che racconta la Palestina dopo gli Accordi di Oslo e la seconda Intifada.

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La prima edizione del premio era stata vinta dal libanese Jabbour Douaihy per il suo San Giorgio guardava altrove (Feltrinelli 2012; trad. di E. Bartuli con H. Bahri); lo scorso anno il premio è andato invece all’egiziano Mohamed al-Fakharany per il suo La traversée du K.-O.

Il vincitore dell’edizione 2015 verrà annunciato ad ottobre, nel corso di una cerimonia che si terrà presso l’IMA. All’autore del romanzo andranno 10.000 euro.


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