Il capo della Farnesina ha espresso speranza che al prossimo Consiglio Ue che si svolgera' il primo e secondo marzo, la Serbia diventera' candidato per l'adesione all'Ue e ha valutato che il Paese rispetta le condizioni europee il che e' visibile nell'estradizione degli imputati di crimini di guerra al Tribunale dell'Aja e nel dialogo con Priština. "Si e' arrivati pero' agli scontri al nord del Kosovo...incidenti vergognosi ed innaccettabili in cui ci sono stati abbastanza feriti tra le forze della Kfor intervenute a fin di proteggere l'ordine pubblico e la pace, hanno purtroppo guastato il clima di negoziati a Bruxelles nel momento dell'ultima riunione dei ministri degli esteri dell'Ue e del Consiglio", ha rilevato il ministro italiano. Terzi ha avvertito pero' che soltanto alcuni giorni fa il presidente della Serbia Boris Tadić alla domanda se Belgrado riconoscera' il Kosovo aveva risposto: "Mai" - tali dichiarazioni, osserva il capo della diplomazia italiana, non aiutano ma non si possono porre nemmeno nuove condizioni per ottenere lo status di candidato. Terzi ha aggiunto che l'Italia e' stata il primo tra i paesi che avevano riconosciuto l'indipendenza del Kosovo e ha detto che l'intenzione dell'Italia e' quella di impegnarsi per un veloce avvicinamento di Priština alle istituzioni dell'Ue.
Il ministro degli esteri della Serbia Vuk Jeremić ha valutato invece che e' poco probabile che la Serbia ottenga lo status di candidato all'adesione il prossimo marzo se nuovamente verra' posta la condizione alla Serbia di rinunciare alla Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul Kosovo. Per la Radio e televisione della Serbia Jeremić ha detto che questa e' stata la stessa condizione che Belgrado non ha potuto accettare lo scorso dicembre quando il Consiglio europeo decideva sullo status di candidato della Serbia. Secondo le sue parole, nelle prossime settimane gli organi dello stato faranno il tutto possibile affinche' alla Serbia non siano poste condizioni che non e' possibile adempiere. Jeremić ha annunciato che la diplomazia economica nel prossimo periodo sara' la priorita' del Ministero degli esteri serbo e ha aggiunto che lo stato adesso ha molta piu' influenza sull'economia rispetto ai decenni precedenti. Il capo della diplomazia serba ha rilevato che nonostante quello che potra' accadere alle prossime elezioni, si puo' aspettare una continuita' della politica estera di Belgrado e che il governo resta fedele agli obiettivi, tra cui ci sono il processo europeo, l'armonia regionale, una soluzione giusta e sostenibile per il Kosovo e l'approfondimento della collaborazione economica con il mondo.
Infine, da informarvi che questa settimana il ministro degli esteri uscente della Slovenia, Samuel Žbogar e' stato nominato rappresentante speciale dell'Ue a Priština. Gia' lo scorso anno, Žbogar e' stato nominato ambasciatore dell'Ue a Priština e con l'attuale decisione ha ricevuto anche un'altra funzione, scrive il quotidiano serbo 'Blic'. La sua funzione, l'ex ministro degli esteri sloveno la svolgera' sotto il patronato dell'alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Catherine Ashton, mentre la funzione del rappresentante speciale sta nelle competenze del Consiglio europeo. Con questa nomina, si considera che la Slovenia per la prima volta dall'ingresso nell'Ue ha ottenuto un ruolo importante nella politica estera europea.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza andata in onda oggi a Radio Radicale