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Terzo Valico: se non lo fermiamo noi…

Creato il 27 aprile 2013 da Kr1zz @kr1zz

Ieri mattina, insieme ad altri NO TAV di Pontedecimo e San Quirico, abbiamo fermato sul nascere un cantiere del terzo valico a San Quirico, subito dietro il mercato dei fiori. Erano lavori abusivi perché i proprietari del terreno non hanno mai ricevuto una notifica di esproprio. Purtroppo non c’è stato il tempo di aspettare ricorsi e appelli in tribunale: la ditta Drafinsub, incaricata di bonificare il terreno dagli ordigni bellici, dopo aver recintato il terreno nottetempo – che bisogno c’era di farlo di nascosto? – aveva già scavato una strada d’accesso con la ruspa e se non l’avessimo fermata avrebbe continuato.

Beh, ho avuto paura.

Mi rimbombavano in testa i consigli (mai richiesti) di tutti quelli che mi continuano a dirmi di lasciar perdere, che sicuramente se non mi immischio non rischio.
Poi ho pensato alle persone che abitano lì: rimarranno senza terra e con un muro più alto della casa a meno di tre metri di distanza. Ho pensato a Davide e a suo nonno Carmelo, che questa terra la lavora da più di sessant’anni. Ho pensato che al loro posto avrei avuto ancora più paura e non avrei voluto sentirmi solo. Ho pensato che stavo facendo la cosa giusta, mi sono fatto coraggio esono andato a chiedere agli operai se avrebbero lavorato quel giorno. C’è stata un po’ di tensione: il capocantiere era molto aggressivo, e un poliziotto in borghese mi ha chiesto subito un documento. Ho cercato di rimanere calmo e gentile ma fermo. Poco più tardi, piano piano, insieme agli altri del movimento no tav abbiamo spiegato loro come stavano le cose. A quel punto quelli della ditta hanno abbassato la cresta mentre il funzionario di polizia, visibilmente imbarazzato, ha iniziato a informarsi. E’ arrivata una volante (preceduta dalla fuga a piedi di cinque o sei operai sicuramente in regola :P), poi un’altra. Hanno chiesto i documenti a tutti (mi chiedo se li avessero chiesti anche agli operai che sono  scappati) e infine è arrivato anche un altro poliziotto a fotografare la parte iniziale del cantiere, abusiva anche quella perché senza cartelli e recinzione.

Qui trovate il comunicato che abbiamo diffuso, ripreso da alcune testate (1|2)

Il 25 aprile è iniziato un presidio ed una nuova fase di lotta per difendere la terra, che non è nostra:

la terra siamo noi.


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