In sostanza, Tesla si impegna così a non muovere causa nei confronti delle altre imprese che utilizzano la sua tecnologia “in buona fede”, come si legge sul blog aziendale. Non solo, perché chiunque potrà contribuire a migliorare le auto.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione anche dal punto di vista del concetto di proprietà intellettuale, soprattutto alla luce di quanto sta avvenendo da anni tra Apple e Samsung.
“La leadership tecnologica – ha affermato Musk – non è definita dai brevetti, ma piuttosto dalla capacità di un’azienda di attrarre e motivare gli ingegneri più talentuosi del mondo.
Siamo convinti che l’applicazione della filosofia ‘open source’ per i nostri brevetti rafforzerà piuttosto che diminuire la posizione di Tesla in questo settore”.
In realtà, dietro alla decisione di Tesla sembra ci sia una mossa di strategia commerciale piuttosto spregiudicata. L’azienda di Palo Alto, nota per la berlina elettrica di lusso Model S (costo 70mila euro circa) già adottata da molte star di Hollywood, potrebbe in realtà essere alla ricerca di partner soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture e i sistemi di ricarica.
In sostanza, aprendo a tutti la propria tecnologia Musk spera di creare una sorta di “economia di scala” in cui i costi di produzione crollerebbero e, di conseguenza, i guadagni di Tesla crescerebbero vertiginosamente.
Dunque, una scelta filantropica o dettata dal “vil danaro”? Come diceva il poeta, lo scopriremo solo vivendo.
[foto da fool.com]