Il giorno in cui tutto sprofonderà definitivamente ci vorrà un'idea brillante per riuscire a tenere sul pelo della melma perlomeno la testa. Secondo me una soluzione quasi definitiva a tutti i problemi che ci attanagliano sarebbe adottare come moneta ufficiale la tessera, quella cosa larga, piatta ed eterna che si riproduce nel nostro portafoglio, facendogli assumere l'aspetto e la consistenza di un fermacarte ricoperto di similpelle. La giornata tipo di molti esseri umani del mondo occidentale ruota attorno alla possibilità di caricare questi oggetti plastificati con punti che serviranno ad ottenere determinati privilegi, ad esempio portarsi a casa un nuovissimo robot aspirapolvere che servirà a mantenere il nostro indice di massa corporea a un buon livello di obesità, mezzo efficacissimo per simulare un certo grado di benessere. Oppure un kit di presine colorate fondamentali per estrarre i cibi precotti e scaldati nel microonde dalle loro ridondanti confezioni. Ma la stragrande maggioranza dei casi in realtà accumula punti al solo fine di sopperire alla mancanza di qualcosa. Se quando finisce un amore ci si rimpinza di cioccolata e altre cose molto caloriche e dolci, quando manca il denaro ci si rimpinza di punti, ed è con disperazione che apprendiamo che prima o poi questi punti andranno usati per non lasciarli scadere. È un momento terribile: decine di migliaia di punti che in un lampo svaniscono in un buco nero e inutile. Sfogliamo il catalogo dei regali con rassegnazione, consapevoli che nulla potrà consolarci del doloroso distacco. Chiediamo con tono supplicante se non ci sia altro che si possa fare, se esista una remota possibilità che i grandi capi decidano di prorogare la scadenza, oppure di annullarla del tutto. Ma non c'è niente da fare, e alla fine optiamo, laddove sia possibile, per un risibile sconto sulla spesa, un'elemosina pezzente a confronto della fatica con cui abbiamo accumulato quella piccola fortuna. Ripartire non sarà semplice. Occorrerà fatica, determinazione e anche un pizzico di ingegno, perché la nuova campagna richiede una nuova tessera da richiedere tramite un modulo da compilare on-line. Una cosa mai fatta prima. Ma gli sforzi verranno ripagati, perché la nuova tessera porterà stampato il nostro nome in caratteri indelebili, e sarà ancora più bella e colorata. E così, dopo lo scoramento iniziale, ci si tuffa nella nuova impresa con ancora più determinazione, e sarà bello avere una nuova tessera nel portafoglio da riempire di affetto e di tanti, tantissimi punti.
Proprio per questa centralità della tessera nella vita dell'uomo occidentale propongo di usarla come moneta. Pensate a cosa succederà, alla rivoluzione che questo piccolo intervento provocherà. Pensate a quei signori ricchi sfondati che esibiscono portafogli snelli come sottilette, forti delle loro American Express oro, che da un giorno all'altro si ritroveranno in tasca null'altro che un singolo, insignificante pezzo di plastica. Pensateli a mendicare lungo le strade, alla loro gratitudine quando dall'alto della vostra nuova ricchezza getterete loro una tessera della Bennet sgualcita e scorticata. Pensate al ribaltamento più impressionante mai verificato nella storia, la ricchezza che da pochissimi si trasferisce a tantissimi con la decisione più semplice del mondo. Pensate alla fortuna che vi ritroverete tra le mani, sepolta nei portaoggetti delle auto, nelle scatolette di cartone in cui riponete le chiavi e le monete inutili. Pensate al valore che assumerà la plastica dura e durevole, assolutamente non biodegradabile. Pensate a quanto vi ringrazierà l'ambiente, anche se forse non lo sentirete. Pensate a quanto possa migliorare la vostra vita. Sarà una spettacolare uscita dalla crisi che ci sta uccidendo, e basta un niente per iniziarla. Quindi sarà meglio che vi diate da fare: girate i supermercati, i negozi, i benzinai, le palestre, raccattate più tessere possibili. E se vi rendete conto che non ve ne manca nemmeno una, nemmeno la tessera fedeltà del sexyshop in cui un paio di estati fa avete comprato una collana di perle credendo che fosse davvero una collana di perle, allora rivolgetevi alle sorgenti di tessere più bistrattate: i partiti politici. Fatele tutte, anche quella dell'MLI. Saranno ben felici di rilasciarvi un pezzo di plastica in cambio di una piccola quota di iscrizione. Io ho già iniziato. Scorrendo le tessere del mio portafoglio è facile essere colpiti da una vertigine schizofrenica, più forte ancora di quella che giunge osservando il portafoglio di Capezzone. Ma non è un problema. Sono pezzi di plastica, così come i soldi sono pezzi di carta che non servono più a nulla. Non bruciano, quindi di accenderci il caminetto o farsi una canna non se ne parla. Hanno un pessimo sapore. Intasano lo sciacquone. E in giro ce ne sono sempre meno. Meglio passare a qualcos'altro, finché si è in tempo.