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Test Friuli Venezia Giulia dopo l’ennesimo atto del golpe bianco

Creato il 21 aprile 2013 da Diarioelettorale

Oggi domenica e domani lunedì, il Friuli Venezia Giulia è chiamato alle urne per eleggere il Presidente della Regione e 47 consiglieri regionali.
Sono 1.099.336 i friulani chiamati alle urne i quali dovranno esprimersi anche per il nuovo Presidente e il consiglio della provincia di Udine e di altri tredici comuni e due referendum.
I seggi sono aperti da oggi 21 aprile alle ore 8 e lo saranno fino alle 22 per riaprire alle 7 di domani 22 aprile e chiudere alle 15.

Qui l’elettore ha facoltà di votare un candidato e la lista, anche non direttamente collegati fra loro, ovvero può votare un candidato e una lista in cui esso non è compreso.
I candidati a Governatore sono quattro: Renzo Tondo per il centrodestra, che è anche il Presidente uscente, Debora Serracchiani per il centrosinistra, Saverio Galluccio per il Movimento 5 Stelle e Franco Bandelli per la lista civica “Un’altra regione” vicina al centrodestra.
Per quel che riguarda le coalizioni non sono le stesse presentatesi alle elezioni di febbraio 2013: la coalizione di centrodestra è formata da PdL, Lega Nord, La Destra e UdC, che alle politiche aveva appoggiato la lista di Scelta Civica.

Nessuna lista per Scelta Civica di Mario Monti.

Avrebbe potuto anche esserci Marino Andolina, capo lista di “Sinistra”, lista sostenuta da Rifondazione Comunista e dal Partito dei Comunisti Italiani, ma la sua candidatura è stata bocciata per carenza di firme. In corsa ci sono ben più di 500 candidati suddivisi in 13 tra partiti e liste.

Regione autonoma il Fruli è, l’unica a pagare da sola la sanità senza fondi statali ed è impegnata a costruire da sè la terza corsia dell’autostrada A4. Regione che si può definire virtuosa: con il ‘taglio’ delle spese, il numero dei consiglieri da eleggere è calato da 59 a 49.
Qualunque sia l’esito, la stabilità politica è certa, grazie a una legge che assicura un consistente premio di maggioranza – 29 consiglieri – al vincitore che raggiunge il 45% dei voti mentre come è più probabile in caso di affermazione sotto il 45%, i consiglieri di maggioranza scendono a 27.
Infine, soglia di sbarramento al 4%.
Non è previsto ballottaggio.

Qui il M5s alle politiche di febbraio è stato primo partito in regione con il 27,2% alla Camera.

Quanto alle coalizioni IBC ha fatto il 27,5% (Pd 24,7%, SEL 2,5%, CD 0,3%), il CDX il 28,0% (PDL 18,6%, LN 6,7%, FdI 1,8%, LD 0,7%, Altri 0,1%), M5S il 27,2 e Scelta Civica il 12,8% (Monti 10,8%, Udc 1,6% FL 0,5%), Altri 4,4%.

Anche qui come avvenuto già in Sicilia e poi per le politiche di febbraio, Beppe Grillo a bordo di un camper ha dato vita ad un intenso tour elettorale con partecipatissimi comizi nelle piazze e incontri con associazioni ed imprenditori del posto.

I sondaggi eseguiti dopo le politiche di febbraio non riportano variazioni significative tali da uscire dal margine di errore statistico proprio di tali rilevazioni e delineare in modo netto un qualsiasi trend.

Dopo la débâcle del Pd nella vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica il Friuli assume un po’ la veste del laboratorio in cui verificare dal vero al di fuori dei social network e dai salotti televisivi la lettura che il paese reale da di tali vicende e dei comportamenti dei diversi protagonisti.

Qui tutto, o quasi, è possibile dalla riconferma della guida di centro-destra al fatto che la regione diventi la prima ad essere targata M5S. Assai più improbabile appare che Debora Serracchiani possa essere il prossimo governatore.


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