Magazine Rugby

Test Match un bilancio Part Two: appuntamento con la Storia

Creato il 05 dicembre 2012 da Rightrugby
Test Match un bilancio Part Two: appuntamento con la Storia ...E quindi uscimmo a riveder le stelle ... Analizzato il Movember di Test Match di molte nazionali impegnate, è tempo di dare un'occhiata a freddo alle prime della classe.
Prima di ogni altra cosa però merita (o meglio, ci punge vaghezza) di dilungarsi sull'evento epocale che rimarrà negli annali per tanto, tantissimo tempo: la batosta subita dai neozelandesi a Twickenham. Alcuni minimizzano; secondo la nostra modestissima opinione invece, il primo di dicembre 2012 s'è fatto un pezzettino di storia, s'è calato un bel plinto destinato a durare nel tempo, con conseguenze e "bachi" mentali - positivi e negativi  - che si allungheranno per un bel po' di tempo.
Mondiali a parte, è la prima sconfitta subita dagli All Blacks nell'Emisfero Nord da dieci anni di Test Match a questa parte; già questo basterebbe per metter questa gara nella storia, a maggior ragione dato che arriva al culmine di un anno trionfale: come Napoleone a Mosca .... Ma c'è di più, i diciassette punti di margine passivo. Se non mi sono perso qualcosa spulciando gli Annali (498 i  Test Match degli All Blacks dal 1900 ad oggi ...), mai una nazionale Europea aveva inflitto tale divario ai Tutti Neri, solo gli Springboks avevan saputo fare uguale nel 1928 e i Wallabies superarlo una volta sola nel '36: furono partite giocate dai bisnonni degli attuali giocatori!
Abbiamo quindi assistito in diretta alla peggior sconfitta neozelandese nell'intero Dopoguerra e scusate se è poco. Mettetevi nei loro panni Neri per un attimo : una delle migliori nazionali  di sempre con la fern sul petto, ha rovinosamente lasciato cadere nello scarico con leggerezza un heritage loro affidato da intere generazioni che li han preceduti. Che razza di fine stagione, soprattutto per chi prepara un periodo sabbatico lontano dall'ovale ...
Sistemata la partita nella prospettiva storica che le pertiene, comprenderete come non riteniamo accettabile liquidar tutto questo coi  banali "ci sta", perderne una dopo venti successi o quasi in fila, il bilancio va fatto guardando a quel che i Tutti Neri han saputo collezionare in un anno intero e quindi questa sconfitta va catalogata  come mero episodio.
Lo stesso direbbero di Napoleone a Mosca? Chi ha giocato lo sa, certe sconfitte scavano nel cervello, a maggior ragione se arrivano quando credi di non aver più rivali: magari ti motivano per la prossima volta (a Twickenham forse ci torneranno per una finale nel 2015), oppure bacano, riportano a galla quei dubbi faticosamente spenti con la conquista del Mondiale 2011.
Oltre alla dimensione storica di questo autentico thrashing, c'è quella tecnica: esso  è maturato con l'Inghilterra che supera gli All Blacks in ogni singolo suo tipico punto di forza. Prima della gara ci si chiedeva come si superano questi Imbattibili Tutti Neri: coi tricks tipo rimessa laterale di massa dei gallesi? Nulla di tutto questo, si fa quel che san fare loro, solo meglio: gestione della gara (primo tempo a sfruttare gli errori, secondo a "reagire alla reazione" per poi inchiodarli nel finale), punti di incontro (abbiamo visto la "Marea Bianca"!), fasi statiche (quelle rimesse disturbate, quel Corbisiero in mischia!). Unico punto negativo inglese, di cui peraltro gli All Blacks non han saputo approfittare: il gioco tattico al piede fuori sincronìa di Ben Youngs.
Altro punto di forza ribaltato, le individualità:  Cory Jane a parte, nessun AB è stato superiore alla controparte diretta e se prima della gara  down under si potevano legittimamente chiedere: "who's Owen Farrell?", dopo noi Boreali (quelli irriverenti e privi di rispetto, cioè noi) siamo autorizzati a ironizzare sull'assegnazione del "pallone d'oro 2012" o Irb Player of the Year Award a un surclassato Dan Carter: un premio alla carriera, assegnato nell'anno in cui ha giocato meno e non è mai stato determinante. Player of the Year preso di mira e schiacciato con regolarità, nonostante il bodyguard Ma'a Nonu, dal vero Man of the Match Manu Tuilagi che si rivela inopinato assist man oltre che sfondatore di linee e marcatore: ha mandato in meta Barritt (prima di sempre in nazionale) e persino Asthon in astinenza internazionale da sette mesi. Quando arriva il suo turno per la meta personale, se la gusta con un irridente ralenti (in foto), coronandola con segno "L come Loser" sulla fronte (è equivalente a mostrar le corna per noi latini): risposta forte di un Pacifico alla Kapa O'Pango. I commentatori Sky inglesi che sanno di che parlano, hanno assegnato l'award a Tom Wood specificando: sarebbe logico assegnare il MotM a Tuilagi, ma oggi la terza linea inglese è stata schiacciante e Wood tra essi s'è distinto per terra, per aria, in attacco e in difesa. D'accordo tutta la vita.
Da come ci dilunghiamo capirete che è stata una partita che si siamo vista e rivista, avendone sin dalla diretta la sensazione di partecipare visivamente IMHO a un evento storico once in a lifetime, sensazione confermata poi dagli Annali. Altro che "perdere ci sta": come sempre, dipende come perdi! Per capire le dimensioni di quanto sia stata cocente questa sconfitta, basterebbe compulsare brevemente la stampa neozelandese.
I commentatori si affannano a trovar ragioni:  l'epidemia di influenza intestinale (che tra l'altro m'ha messo a terra l'intera famiglia) ha certamente lievemente debilitato qualcuno (Messam: chi l'ha visto?) ma soprattutto quel logorìo del Tour di quattro gare di cui solo due importanti. In Scozia passi data la demografia dell'ex Colonia ma che ci siamo andati a fare in Italia, si domandano down under. Anche la squalifica rimediata da Hore per la mazzata a Wyn-Jones ha lasciato scorie: una settimana spesa come ai vecchi tempi a giustificarsi che no, gli All Blacks non giocano sistematicamente "sporco e cattivo" sui punti d'incontro, perlomeno non più di altri. Tutto questo solleva nei neozeònadesi punti di domanda sulla effettiva capacità di gestione della squadra nel tempo da parte di Hansen e del suo staff: come in guerra, serve a nulla vincere undici battaglie dell'Isonzo se la dodicesima sarà Caporetto. Utili lezioni, data la mentalità meticolosamente paranoica che circonda il rugby da quelle parti.
Dal canto nostro ci limitiamo a notare come ogni tanto gli All Blacks "mollino" nei fine stagione: è successo nel passato e alla fine di questa stagione australe 2012 dopo il trionfo nel The Championship - pareggio nella Bledisloe Cup coi Wallabies; si è ripetuto alla fine dei Movember Test Match sino ad allora trionfali.
Siccome tutto è relativo e nulla è assoluto nello sport e sotto il Cielo, è successo che a tale "valle" di performance e motivazione Tutta Nera sia corrisposto il massimo della motivazione che un bulldog possa trovare: avere le spalle al muro. Gli inglesi devono ringraziare proprio le cocenti sconfitte senza gioco subite da Australia e Sudafrica (quest'ultima di un solo punto, per via della  famosa decisione di piazzare pur sotto di quattro punti presa da capitan Robshaw: piuttosto che confuso, forse pensava agli annali sentendo di non poter provare a vincerla).
Il combinato disposto del tutto, direbbe un avvocato, ha generato il patatrac,  dimostrando che anche gli All Blacks non stanno in un altro Pianeta come si credeva: sono umani pure loro, quindi per definizione battibili.
Le conseguenze per gli  inglesi? Annaspanti e nettamente in crisi prima, confidenti dopo: è una bella iniezione di entusiasmo del tutto giustificata. Il contraltare è che nessuno ora li prenderà più sottogamba.  Confidenza che sarà certamente utile per edificare finalmente qualcosa di solido e durevole, sopra a quanto già han mostrato di buono: i giovani, il pack, Tuilagi che se matura così è un leader, la garra ... Si spera serva anche al gelido sergente di ferro coach Lancaster: più di tutti necessita di mollare i pesi dal fondoschiena, dando maggior fiducia, meno coperture e prevedibilità al gioco della squadra che porta sul petto la rosa ... guarda caso dei Lancaster.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines