“Può essere irrilevante trovarsi d’accordo sul fatto che prevenzione e cura coincidano, o che tutto sia prevenzione o tutto sia cura di sè, come conseguenza, non mettiamo in discussione quanto la contrapposizione o l’estraneità tra clinica e sanità pubblica, tra prevenzione primaria e secondaria siano artificiali e, spesso, contrarie alla promozione e al mantenimento della salute.” (Segnan ‘02)
Il concetto di prevenzione, importante nell’ambito sanitario, coincide,appunto come dice Segnan, con il concetto di prendersi cura di sè.
Già nel dicembre 1948 la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, sottolinea, nell’art.25, il diritto alla salute di ogni cittadino: <<Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia>>. Quindi, un benessere psico-fisico e sociale.
Inseguito, la Legge 833 del dicembre 1978 attuativa del Servizio Sanitario Nazionale, rappresenta come aspetto innovativo, appunto, il ruolo assegnato alla prevenzione come momento di superamento del vecchio concetto dell’assistenza sanitaria intesa come intervento sul soggetto ormai malato.
La prevenzione viene distinta in primaria e secondaria. La prima, che non fa parte della medicina, riguarda la salute generale di una popolazione (cause esogene). La seconda, invece, riguarda lo studio interno dell’individuo (cause endogene), che viene affrontata con test su test, esami su esami controllando,cosi, l’andamento interno dell’individuo.
<<Prevenire è meglio che curare!>> recitava un noto spot negli anni ’80,effettivamente è cosi.
Oltre alle campagne preventive promosse a livello nazionale, ci sono anche azioni sostenute dai servizi territoriali dipendenti dalle Unità Sanitarie Locali, come detto sopra. L’attenzione degli interventi preventivi locali, come nelle campagne nazionali, è rivolta verso i soggetti sani. Tra questi anche i bambini.
Nella psicologia, nell’educazione, nell diritto (in secondo luogo), si è fatto e si fa largo uso del concetto di prevenzione. Quindi possiamo definirla come quell’insieme di attività professionali volte a ridurre l’incidenza, la durata e i danni che possono derivare da diverse forme di disturbi, malattie e comportamenti disadatti. Applicare il concetto di prevenzione, con la sua dimensione temporale proiettata al futuro e la conseguente incertezza, in medicina, in psicologia, in educazione, nel diritto, comporta delle conseguenze nel modo di pensare e di agire delle persone.
Quando si dice che “il troppo stroppia”, il prendersi troppa cura di sè alle volte può far cadere in malattie inesistenti il soggetto può divenire ipocondriaco. L’ipocondria viene classificata, dal DSM IV-TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), tra i disturbi somatomorfi. La caratteristica fondamentale di questo disturbo è che i soggetti accusano di avere malattie che in realtà non hanno nessun riscontro medico, quindi inesistenti.
Possiamo definirla “ipocondria sociale” le manifestazioni di eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute. Con il conseguente aumento di richiesta o adesioni a qualsiasi proposta di accertamento o screening diagnostico e le connesse problematiche legate ad un’effettiva appropriatezza nella definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici. Il problema generale che riguarda questo tipo di situazioni, infatti, è quello della tendenza ad un abuso delle strutture sanitarie e di un eccessivo ricorso ad esami ed accertamenti diagnostici, che molto spesso hanno una funzione “sedante” e ottengono nell’immediato l’effetto di tranquillizzare il paziente, senza tuttavia conseguire risultati durevoli. I soggetti ipocondriaci accusano sempre un malore, e si manifesta quasi sempre in età adulta.
Proponiamo al lettore un mini-test di auto-valutazione per capire se si è soggetti ipocondriaci o meno. Se il risultato supera il 50% il soggetto si avvicina più all’essere ipocondriaco.
1. Accusi di avere dei malori?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
2. Parli del tuo stato di salute?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
3. Sai a chi rivolgerti per avere cure preventive?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
4. Se qualcuno parla di una malattia che non conosci, credi di avere tu gli stessi sintomi?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
5. Ti preoccupi eccessivamente per la tua salute?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
6. Ti rechi spesso dal medico?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
7. Ti fidi della diagnosi del tuo medico?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
8. I tuoi sospetti sulla tua salute ti vengono spesso confermati?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
9. Ti senti rassicurato dopo la diagnosi del medico?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
10. Fai ricorso ad un altro medico per avere un’altra valutazione ?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
11. Ritieni che le altre persone non stanno attente alla propria salute?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
12. Ti senti dire che ti preoccupi troppo per la tua salute?
1.MAI. 2.A VOLTE 3.SPESSO 4.MOLTO SPESSO
Scheda per l’autovalutazione
n. domande 1. mai 2. a volte 3. spesso 4. più che spesso
n. 1
n. 2
n. 3
n. 4
n. 5
n. 6
n. 7
n. 8
n. 9
n. 10
n. 11
n. 12
TOT.=
Percentuale ipocondria: 12/tot. X 100 =__%