testamento contro XX
di iannozzi giuseppe aka king lear
non ho peccato,
ma tempo ho sprecato
curandomi del prossimo
perdendo di vista me.
Mi assolva dai peccati
come io assolvo Lei
che qui mi ascolta
con orecchio distratto
mentre in silenzio
da dietro la grata
con ingordo occhio spia
tirando a indovinare.
Liberi lascio gli amici
e a maggior ragione i nemici;
et anco lascio loro la mia povertà
perché possano spartirla
in egual parti; e se non contenti
pure il guercio mio spirito
volentieri gli lascio in dono.
Padre, mi benedica
e non dica: tutto conosco
e tutto ho conosciuto;
e se qualcosa m’è sfuggito
sarà perché mai ho creduto
che la bestia che sono
un dì si estasierà
in immortal destino.
Padre, di questo corpo
son l’unico possessore,
gliel’assicuro; di corpi morti
Lei tanti ne ha visti nudi e no,
di spiriti invece manco uno:
come me non crede ai fantasmi
e soltanto questo è forse
un punto a suo favore.
Padre, un’ultima cosa:
il vino ch’era in sagrestia
col pane s’è inzuppato,
quasi tutto ho digerito…
manca giusto un rutto.