Ve ne avevamo già parlato mesi fa (qui) e finalmente è arrivato, dopo qualche ritardo assolutamente prevedibile.
Tutto è curato nei minimi dettagli, anche la scatola in cartone riciclato che riporta le tracce dei luoghi visitati dal telefono nelle varie fasi di produzione: la Repubblica Democratica del Congo dalle cui miniere (non collegate ai signori della guerra) provengono molti dei minerali utilizzati, la Cina dove il telefono è stato assemblato (da operai equamente compensati), la sede di Fairphone ad Amsterdam...
Ammetto poi che la scelta "magrittiana" delle istruzioni didascaliche mi ha strappato più di un sorriso.
Per rendere il tutto ancora più ecologico, l'acquisto del caricabatterie (uno standard mini-USB di tipo b) è facoltativo: al momento dell'acquisto si può decidere se ordinarlo o meno, avendone già un paio in casa io non l'ho preso. L'ambiente ringrazia.
Per quanto riguarda il telefono in sè... non essendo un esperto in materia forse non sono la persona più qualificata per una recensione dettagliata, ma posso dire di trovarmi meglio di quanto mi sarei aspettato inizialmente. Non mi sono mai sentito particolarmente interessato a questo genere di prodotto - ammetto che ho deciso di comprare il Fairphone più che altro per finanziare il primo telefonino "etico" che non per avere l'ultimo ritrovato della tecnologia - ma non fa certo male che, in fondo, Fairphone un gioiellino tecnologico lo sia davvero (qui potete trovare le specifiche tecniche).Soprattutto apprezzo il fatto che offra una qualità molto simile a quella degli smartphone di ultima generazione ma a prezzi molto competitivi. Etico&onveniente, quindi.
Come non apprezzare l'accoppiata?