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Testimonianze: Salone del libro 2011

Creato il 27 maggio 2011 da Maurizio Lorenzi

fiera del libro 2011A cura di Patrizia Valente.

Venerdì 13 maggio… zero all’alba… Dopo averlo atteso per un intero anno, finalmente è stato inaugurato il Salone del Libro di Torino, anno 2011. Quindi, cosa possono contare la sveglia alle 6 del mattino, la partenza da casa alle 7, l’arrivo a Torino col treno alle 8,30, il servizio navetta che quest’anno non è gratuito, l’arrivo al Lingotto Fiere alle 9,30? Nemmeno la mezz’ora in piedi al sole ad attendere l’apertura delle casse o il numero 50 o 60 della fila conta qualcosa. C’è il Salone!

E poi, come mi ha fatto notare il signore torinese che era in fila davanti a me e a mia figlia….. il colpo d’occhio eccezionale sulla restante parte della coda…. l’intero piazzale del Lingotto Fiere brulicante di persone… tre fiumi di esseri umani lunghi circa 100 metri che disciplinatamente attendevano il proprio turno. Meraviglia! In questa Italia dove, secondo molti, tanti scrivono libri e pochi leggono… moltissimi appassionati hanno risposto presente ad una delle più grandi manifestazioni culturali del mondo. Ed è venerdì, quindi giorno lavorativo. Chissà sabato e domenica……

Comunque, per tornare all’argomento principale, una volta entrate e ritirati i depliants corredati di piantine topografiche (e nonostante questo al momento di andarmene ho incominciato a girare in tondo senza trovare l’uscita!), ognuna per conto suo. D’altronde ogni persona organizza il giro come preferisce. C’è chi punta alle case editrici famose, chi cerca quelle sconosciute, chi va alla ricerca di un libro particolare, chi fa le “vasche” come mia figlia, avanti e indietro lungo percorsi prestabiliti e dedicandosi prima agli stands di destra e poi a quelli di sinistra. Io, personalmente, ho subito cercato gli editori che mi interessavano, quelli piccoli, quasi sconosciuti. Quelli, per intenderci, dei quali non ci sono mai libri nelle vetrine delle librerie. Mondadori, Feltrinelli, Sellerio…. ovunque vedi i loro libri. Delle Edizioni Sottosopra, di Stampa Alternativa, di Anenke, eccetera, no… quindi….

Sì, ok! Anch’io ho fatto una puntata agli stands più grandi e ho fatto acquisti pure lì. La cognizione del dolore di Gadda da Garzanti, ad esempio, o il libro di Gianni Simoni La morte al cancello da TEA. Lo confesso! Però, la soddisfazione di andare a curiosare negli altri stands è impagabile. Stands piccoli o medi, case editrici semi o addirittura sconosciute ai più che però possono offrire vere perle agli appassionati, che possono permettere di scoprire libri e autori non pubblicizzati che comunque posseggono un buon valore letterario e grandi capacità di scrittura. O che stampano libri di letteratura classica che in un altro momento e posto non avresti mai comperato. (ho fatto la follia: Le Metamorfosi di Kafka!)

Mettere le mani in quei banchi, su quei volumi… poterli prendere, sfogliare, leggiucchiare qua e là per farti un’idea… magari posare per poi tornare indietro dicendosi “ma, sì! Perchè non dovrei prenderlo?” E il profumo di carta e parole che si sente nell’ambiente… ti fa persino ignorare come se non esistesse quella mescolanza di odori e profumi dell’umanità varia che ti gira intorno. E di gente ce n’era, credetemi!

E finalmente, non sentirsi soli! Non sentirsi come una bestia rara solo perchè ami leggere. Scoprire che sono in tanti, al di là dei vari sondaggi, gli italiani che leggono. Uomini, donne, giovani e meno giovani, ragazzini che si fermano e guardano e sfogliano…. e comprano… quante persone ho visto con borse e borsette pieni di libri. I più appassionati ed esperti di Salone giravano addirittura col trolley (anche mia figlia).

Poi, gli incontri. La possibilità di ascoltare dal vivo persone che diversamente non incontreresti mai.

Ricordo ancora con piacere la grande disponibilità e gentilezza e soprattutto umanità di quella penna pestifera, quando disegna le sue vignette satiriche, di nome Vauro. O la rabbia per non aver più trovato un biglietto per andare ad ascoltare Gianrico Carofiglio.

Beh! Per tornare ai libri, devo dire che con 1500 espositori, la varietà delle offerte è immensa. Dai libri di religione cattolica e non a quelli di esoterismo, dai libri d’arte a quelli in lingua straniera, dalla letteratura ai libretti sulle nozze reali di William e Kate, c’è di tutto. Basta cercare e si può trovare qualunque cosa possa interessare una persona.

A conclusione. Purtroppo il Salone c’è una sola volta all’anno. Per fortuna, il Salone c’è una sola volta all’anno. Anche con le offerte, quando si comprano (in due) una ventina di libri…. vi lascio immaginare la spesa….

Ah, dimenticavo! Un aneddoto carino carino. Mi sono fermata come tutti gli anni allo stand L113, quello della Polizia di Stato dove vado sempre a curiosare per vedere se questi scrittori in divisa hanno pubblicato qualcosa. D’altronde, se non lo avessi fatto, lo scorso anno non avrei scoperto Maurizio… Prima, ho parlato con un Agente della Scientifica che mi ha spiegato come distinguere le banconote false da quelle vere e poi ho assistito ad un filmato della Polizia Stradale su un incidente automobilistico. L’Agente che lo commentava e dava spiegazioni sull’accaduto, ad un certo punto, serio serio, ci ha chiesto scusa dicendoci che doveva interrompersi perchè stavano arrivando dei personaggi veramente importanti. “Più di noi?” ci siamo chiesti tutti tra lo sconcertato e il risentito. Poi, quando abbiamo visto l’Agente ridere, abbiamo capito. Stava arrivando un nutrito gruppo di bambini delle elementari (tutti rigorosamente con la maglia gialla del Salone) che hanno preso posto davanti agli Agenti pronti ad assistere ad una lezione speciale sull’educazione stradale. Posso dirvi una cosa? Non so, tra i Poliziotti ed i bambini, chi si divertiva di più, in quel momento.

A parte questo, mi è parsa comunque una bellissima idea anche perchè i bambini sono come un foglio di carta bianca che attende solo di essere scritta. Quindi, bisogna scrivere le cose giuste perchè imparino bene.  


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